MILANO – A fronte di chi ritiene che Unicredit ora abbia le mani libere per mettersi a caccia delle prede che desidera davvero – Banco Bpm viene citata da mesi come la banca che il ceo di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, avrebbe messo nel mirino – ci sono altri che ritengono che la banca milanese si sia lasciata sfuggire una bella occasione, lasciando Mps al suo destino.
Gli analisti di Kepler, in particolare, parlano di “occasione persa”, spiegando che, inglobando il Monte, Unicredit “avrebbe potuto rafforzare la sua posizione competitiva in Italia, aggiungendo una quota di mercato del 3-4% al suo 11-12% e aumentando il valore dell’azione del 13%”. Anche gli analisti di Mediobanca, che parlano di una “occasione mancata” per la banca guidata da Andrea Orcel, in quanto “sarebbe stato bello avere la ricca dote” predisposta dal Tesoro. In ogni caso Mediobanca si conferma ‘long’ sul titolo Unicredit che, a suo avviso, sarebbe “sottovalutato” nonostante la banca “disponga di molto capitale in eccesso e un portafoglio pulito: Riteniamo il consensus troppo basso e quindi vediamo i risultati e il nuovo business plan come catalyst positivi”, scrivono gli esperti, in attesa della trimestrale di UniCredit, che i mercati conosceranno giovedì 28 ottobre. La pensano diversamente gli analisti di Morgan Stanley, secondo cui “la prospettiva di una fusione con Banco Bpm riemerge, offrendo simili, se non più grandi benefici”.
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