Mps: l’ex procuratore di Milano, Greco, indagato a Brescia per abuso d’ufficio

Secondo quanto ipotizzano il procuratore Francesco Prete e il pm Erica Battaglia, i pm milanesi avrebbero favorito Profumo e Viola omettendo alcune attività d'indagine.

Foto Bianchi / Lo Debole / LaPresse in foto Banca Monte dei Paschi di Siena

MILANO – Nuovi guai per l’ex procuratore di Milano Francesco Greco. Reduce dall’archiviazione incassata per la Loggia Ungheria, adesso è indagato a Brescia per abuso d’ufficio in relazione alla gestione dei fascicoli dell’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.

Con Greco – in pensione da novembre e ora consulente per la legalità dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri – sono indagati anche i pm Stefano Civardi, Giordano Baggio e Mauro Clerici. Sotto inchiesta, anche Roberto Tasca per una presunta falsa perizia. All’ex assessore al bilancio della giunta del sindaco Giuseppe Sala viene contestata la consulenza tecnica che ha firmato nel 2018. Aveva analizzato i bilanci del 2013-2016, anni in cui Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, erano rispettivamente presidente e amministratore delegato della banca senese.

Secondo quanto ipotizzano il procuratore Francesco Prete e il pm Erica Battaglia, i pm milanesi avrebbero favorito Profumo e Viola omettendo alcune attività d’indagine. Non solo. Avrebbero anche evitato di rispondere alle richieste di chiarimento provenienti dalla procura generale di Milano, avvisata dell’archiviazione delle indagini su Mps. Il sostituto Pg Gemma Gualdi, infatti, per mesi avrebbe provato a chiedere delucidazioni, senza tuttavia ottenere risposta.

Sarebbe stata proprio lei, insieme a Giuseppe Bivona, fondatore di Bluebell Partners e grande accusatore di Mps, a querelare l’ex procuratore Greco e i pm milanesi Civardi, Baggio e Clerici.

Sotto la lente dei pm bresciani sarebbero finiti diversi episodi. Prima tra tutti, la richiesta di assoluzione avanzata dall’accusa per gli ex vertici di Mps nel processo di primo grado sui derivati Alexandria e Santorini. Processo poi finito con una condanna a 6 anni per Profumo e Viola. Da approfondire, per la procura di Brescia, anche la richiesta di archiviazione per i due banchieri, avanzata dai pm milanesi davanti al gip Guido Salvini nel filone dell’inchiesta sulla corretta contabilizzazione dei crediti deteriorati di Mps. Conclusioni che si basavano tutte sulla consulenza affidata al professor Tasca.

Una consulenza ritenuta “non conforme” dal collega Gian Gaetano Bellavia, incaricato di analizzare i conti di Rocca Salimbeni dal gip Salvini. Il magistrato, anche alla luce della sua maxi perizia, aveva respinto al richiesta di archiviazione avanzata dai 3 pm. A quanto si è saputo, proprio Bellavia è stato sentito per alcune ore dai magistrati bresciani come persona informata sui fatti.

L’inchiesta, poi, è stata affidata pm Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri e di recente sono stati iscritti nel registro degli indagati altri 7 manager della banca, oltre a Profumo, Viola e Paolo Salvadori. Tra loro l’ex ad Marco Morelli e gli ex presidenti Massimo Tononi, attuale presidente di Banco Bpm, Alessandro Falciai e Stefania Bariatti.

Non ha tardato ad arrivare la reazione dell’ex procuratore Greco. Il suo difensore, l’avvocato Massimo Di Noia, ha fatto sapere che “come al solito, il procedimento si concluderà con l’ennesima archiviazione sia perché i fatti non sussistono sia perché la tesi della responsabilità del procuratore (per fatto o pensiero altrui) è singolare e giuridicamente infondata”. Preoccupa, invece, il fatto che questa nuova inchiesta della Procura di Brescia prenda il via “in un momento delicato come questo, in cui il Csm deve nominare il nuovo Procuratore” di Milano. Quanto all’ex procuratore Greco “è felice di aver servito lo Stato per 45 anni e di essersi dedicato a proteggere la legalità economica di questo Paese”.

LaPresse

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