MILANO – L’album ‘Truman’, poi l’esordio al Festival di Sanremo con Federica Carta e infine, nei prossimi giorni, l’atteso debutto live. Shade, sulla scia di un periodo fortunato, racconta i due show seciali all’Alcatraz di Milano il 12 maggio e all’Orion di Roma il 18 che, pur arrivando il rapper dal freestyle e dalle esibizioni dal vivo, saranno comunque due appuntamenti speciali. “In effetti è un debutto per me – spiega il torinese – perchè non ho mai suonato con una band, ho sempre ascoltato i Blink e i Sum41 sognando di avere un gruppo dal vivo con me. Voglio che le canzoni siano diverse dal disco, altrimenti il pubblico le può ascoltare su Spotify. Dobbiamo regalare ai ragazzi un’esperienza nuova. Ci saranno anche fiati, trombe, per ricreare le mie hit in chiave diversa”.
Non solo i brani rivisti e rivisitati, ma anche tanti ospiti. Da J-Ax a Ensi, da Federica Carta a Emma Muscat, e ancora Fred De Palma, Grido e Giulia Penna. Più alcuni non ancora annunciati che saranno una sorpresa. “A Milano ci saranno tutti, a Roma stiamo cercando di portare una degna rappresentanza. Ma per esempio J-Ax sarà impegnato nel programma con Michelle Hunziker, è già un onore che ci sia all’Alcatraz. Però stiamo cercando di portare una piccola nazionale ospiti anche a Roma”.
Dal vivo, l’ultima volta, Shade si era esibito sul palco dell’Ariston, che ringrazia per avergli “dato una nazionalpopolarità che non avevo. E’ stata un’esperienza incredibile, nei firmacopie mi sono reso conto che si è triplicata la gente che mi segue. Ora mi fermano anche tanti adulti per strada”. Adulti, però, che spesso non sanno come pronunciare il suo nome: “Per fortuna non hanno sbagliato a Sanremo – ride il rapper torinese, la cui pronuncia corretta del nome è ‘sciade’ – ho avuto l’ansia tutte le serate. Succede, capita. A volte anche a me quando presento altri artisti. Non mi offendo. Ma non volevo che 13 milioni di persone davanti alle tv pensassero che mi chiamassi in un altro modo”.
Parallelamente alla musica, Shade porta avanti altre due carriere: di presentatore tv e di doppiatore. E se il suo mestiere principale rimane quello del rapper, gli altri due non vuole abbandonarli. Soprattutto il doppiaggio, che lo avvicina all’amatissimo mondo del cinema: “E’ arrivato nel 2012 dopo uno stage in un’azienda terribile. Ero nel parcheggio dopo l’ultimo giorno e mi sono detto: voglio fare davvero questo? Da piccolo ho visto ‘Mrs. Doubtfire’, nel quale Robin Williams fa quel mestiere e ho scoperto che esisteva e mi piaceva molto. In quel parcheggio cercai le scuole a Torino e ci ho studiato per 3 o 4 anni. Ci torno ancora”. Il legame con il cinema si riflette anche nella musica: “Quando scrivo una canzone, per me è una piccola sceneggiatura. Mi immagino subito il video anche se non lo farò mai”.
Senza cavalcare l’onda della trap o dell’indie, generi che al momento vanno per la maggiore, il rapper preferisci tenersi il suo pubblico “di nicchia”, che segua “più l’artista che il genere”: “Voglio che siano fan di Shade, ma soprattutto di Vito (il suo reale nome all’anagrafe, ndr)”. Per chi non potesse vederlo dal vivo a Milano o Roma, ci sono molto altri appuntamenti in cantiere: “Sarò in giro per tutta l’estate. Invito a restare connessi sui miei social perchè pubblicherò presto le date”.