NAPOLI – “Andrò dal premier Meloni perché lei mi è molto vicina. Tutte le istituzioni sono venute al funerale. La morte innocente di mio figlio deve servire al riscatto dell’umanità”. Così è stato. Ventiquattro ore dopo Daniela Di Maggio ha incontrato il presidente del Consiglio. La mattina dopo l’addio a Giovanbattista Cutolo, ucciso a colpi di pistola davanti a una paninoteca in piazza Municipio dopo una lite tra ragazzi. Musicista incensurato. Bravo ragazzo. Una settimana dopo il delitto. Ieri la madre è andata a Roma, per parlare a Giorgia Meloni. A Palazzo Chigi a ora di pranzo.
L’incontro
Cosa le ha chiesto? “Innanzitutto devo dire che il capo del governo mi ha accolto con grandissima umanità. Da madre a madre. Ha ascoltato la mia tragedia. Questo è un crimine contro il rispetto per l’essere umano”. Come è andata? “Sia il premier, che il ministro dell’interno Matteo Piantedosi assegneranno la medaglia d’oro a mio figlio. Lui per difendere un amico, ha trovato la morte”. Cosa fare per evitare che accada di nuovo? “Il pacchetto di misure contro la criminalità adottato dal governo è un primo passo”. Basterà? “Ho chiesto di incontrare il ministro per la Giustizia Nordio per proporre di modificare l’apparato normativo. Altrimenti tutto questo resterà lettera morta. Ho visto anche il capo della polizia Vittorio Pisani. Gli ho detto che bisogna cambiare una realtà legislativa non più efficace”. In che senso? “Anche il vicepremier Matteo Salvini lo ha detto. Un 17enne che commette un crimine simile deve essere giudicato come un 50enne. Le leggi per i minorenni non sono adeguate alla realtà. Non rispecchiano i minori di oggi. Il loro modo di agire. Il mondo purtroppo è cambiato. E in fretta. La normativa no”.
La ribellione di un popolo
E dopo una lunga pausa: “I funerali di mio figlio sono stati la ribellione di un popolo. C’erano tutti. Lei non si chiede perché? C’è da cambiare qualcosa. Perché il sistema non funziona. E serve fare in modo che tragedie come queste non si ripetano. Sono distrutta”. Quali risposte ha avuto dalle istituzioni? “La premier mi ha rassicurato. Ma anche Pisani e Piantendosi hanno detto la stessa cosa. Tutti mi hanno spiegato che da oggi si muoveranno in questa direzione. Perché è un delitto talmente efferato, che non si può far finta di nulla. Come si può restare inermi?”. Daniela Di Maggio lo ha scandito a più riprese e lo ha ricordato anche a Giorgia Meloni: “Giovanbattista era un riferimento, un raggio di sole per la famiglia. Vado avanti solo se la sua morte servirà a cambiare le cose, è impensabile stare senza di lui”. Lo aveva urlato davanti alla bara del figlio, dove si era gettata a braccia aperte per l’ultimo saluto, dopo i funerali nella chiesa del Gesù Nuovo. Abitava duecento metri più avanti. Alle esequie non c’era un intero quartiere, ma una città e i rappresentanti del governo. L’omicidio ha scosso tutti: non si può morire così. E ieri Giogiò è stato ricordato anche nell’aula del parlamento.
Una violenza contro l’intera comunità
Se l’aspettava questa attenzione mediatica e istituzionale? “E’ un delitto efferato, senza motivo. Una violenza contro l’intera comunità”. Intanto il governo inaugura la linea dura contro i minori: pene più severe, Daspo e telefoni vietati. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contro la criminalità giovanile. Due anni di carcere ai genitori se il figlio non va a scuola, stop al cellulare per i minori, che delinquono. Cosa ne pensa? “E’ un primo passo. Ma poi servirà andare oltre. Ora non ce la faccio più a stare al telefono”. In serata a parlare è il capo del governo: “La vicenda di Giovanbattista Cutolo, giovane musicista ucciso a Napoli, è una ferita aperta per l’Italia intera. Oggi (ieri, ndr) ho incontrato a Palazzo Chigi sua mamma, Daniela, una donna forte e coraggiosa che, nonostante il dolore per la tragica perdita, sta lottando affinché il killer di suo figlio riceva la giusta condanna. Anche per lei abbiamo deciso una stretta per gli under 18 che delinquono, per limitarne il più possibile l’attitudine criminale. Per Giovanbattista, in suo ricordo, proporremo una medaglia d’oro al valor civile”.
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