MILANO – Lavoratori in nero segregati all’interno di una stanza chiusa con una porta blindata. E’ quanto si sono trovati davanti i carabinieri dei Nas di Napoli in un laboratorio per la lavorazione di pellami a Melito, nel napoletano. Ben 43 operai, tutti irregolari, tra cui due minorenni e una donna incinta, erano rinchiusi in una stanza dell’opificio. E sono stati ‘liberati’ dai militari, intervenuti con i colleghi dell’ispettorato del lavoro, i militari della stazione di Marano e con l’appoggio del Nucleo elicotteri di Pontecagnano.
I carabinieri al termine dell’operazione hanno arrestato un imprenditore di Melito con le accuse di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e sequestro di persona. L’inchiesta è scattata a seguito di un controllo in un laboratorio industriale di Melito. Attivo nel settore della lavorazione di pellami, calzature e borse e fornitore di noti marchi, nel corso del quale i militari hanno accertato subito la presenza di 35 operai, di cui 14 in nero.
Nel corso della perquisizione del laboratorio però, è stata notata dai carabinieri anche una porta blindata, simile a quella di una cassaforte. Dietro la porta si celava un altro locale in cui sono stati trovati altri 43 lavoratori, tutti in nero. Tra loro anche una donna incinta e due minorenni. È stato sequestrato il laboratorio, con tutti i macchinari e le attrezzature presenti, per un valore complessivo di circa 2 milioni e mezzo di euro. E all’imprenditore sono state contestate ulteriori sanzioni penali e amministrative per tutte le violazioni alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sugli aspetti igienico sanitari, per un totale di 600mila euro.
(LaPresse)