NAPOLI – Basta una lite per futili motivi, per scatenare rappresaglie di ogni genere. Accade sempre più spesso. Non solo nelle zone della movida. Ogni fine settimana è un bollettino di guerra. Gli ultimi ferimenti raccontano dinamiche simili. Ragazzi incensurati accoltellati e anche feriti a colpi di pistola. Non hanno precedenti e collegamenti con la criminalità. Banali discussioni, che degenerano e poi scatta la caccia all’uomo. Nella notte del 31 agosto è stato ucciso in piazza Municipio un musicista incensurato: Giovanbattista Cutolo. Dopo una zuffa tra ragazzi. Dinamica simile sul lungomare, dove un colpo di pistola sparato tra la folla ha ucciso Francesco Pio Maimone, una discussione per una scarpa sporca. Maimone era seduto ed era estraneo alla lite. Gli investigatori non hanno ancora certezze. Ma seguono questa pista. Anche per le indagini di ieri in piazza Mercato, dove è stato gambizzato un ventunenne incensurato davanti a un centro scommesse. Come per il ferimento di Luca Mangiapia, altro ragazzo incensurato. Anche lui raggiunto da una pallottola alla gamba sinistra. Gli ha reciso l’arteria femorale ed è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli. Pure il 25enne di Pianura è lontano dalle paranze in guerra nel quartiere. Potrebbe aver litigato con un pregiudicato del posto.
Abita al confine tra Pianura e il Rione Traiano. E gli accertamenti – al momento – puntano sul Rione Traiano. Qui i carabinieri svolgono verifiche e ascoltano gli abitanti in queste ore. Intanto in città scoppia l’emergenza sicurezza. Come in piazza Mercato, dove da settimane gli abitanti chiedono alle forze dell’ordine pattuglie fisse la sera e la notte: batterie di centauri sfrecciano sui marciapiedi fino all’alba, suonando clacson e urlando. Terrorizzano i residenti, che dopo una certa ora preferiscono non uscire da casa. I residenti in piazza Mercato segnalano che, dopo mezzanotte, un’orda di ragazzi in scooter letteralmente invade lo slargo. Accade quasi tutte le sere. Gli abitanti della zona sono esasperati: fino alle 4 del mattino in strada fanno baccano fra impennate e suoni di clacson. Insomma serve ‘regolamentare’ la movida. Più controlli nelle zone frequentate dai giovani. Magari con una pattuglia fissa, per far sentire la presenza dello Stato sul territorio. Se arrivano le forze dell’ordine, fuggono tutti nei vicoli alle spalle di piazza Mercato. Una situazione non più gestibile, raccontano i cittadini. Servono restrizioni severe e pugno duro. Bisogna prendere decisioni drastiche – aggiungono – anche impopolari, se serve. Occorrono controlli serrati e mirati nelle zone chiave come il centro storico e il lungomare.
Una escalation di violenza giovanile in città. Da tempo le forze dell’ordine fanno gli ‘straordinari’ nei fine settimana tra feriti e risse. Se tutto va bene. Le zone ‘calde’ sono il centro storico e il lungomare, dove nei week end si radunano migliaia di ragazzi. Basta poco, per scatenare liti e risse. Spesso spuntano coltelli e a volte pistole. Il 31 agosto un 17enne dei Quartieri Spagnoli avrebbe sparato durante una lite, uccidendo sul colpo un musicista incensurato di 24 anni, Giovanbattista Cutolo. La madre ha lanciato una battaglia per garantire pene certe anche ai minorenni. “Un disastro – racconta al telefono Daniela Di Maggio – accadono cose assurde in città. La situazione è fuori controllo. Per questo io grido in tutti i salotti politici e in tv. La violenza giovanile e minorile è una bomba sociale. Appena cala il buio, diventa pericoloso stare in alcune zone. Molti ragazzini girano armati, tra tirapugni, coltelli e pistole. Ecco il far west. Io vivo da tanti anni nel centro storico. E la movida non è più solo nei fine settimana, ma quasi ogni sera”. Qual è il vero problema? “Le famiglie sono totalmente assenti. Se un ragazzo esce da casa con una pistola, come nel caso di chi ha ucciso mio figlio, vuol dire che i genitori non sono attenti. Non ci sono”. Domattina sarà a un convegno sul tema della violenza giovanile in via Diaz. Non solo. “Sono contenta per l’inaugurazione di una targa e un’aula per mio figlio al Conservatorio in via San Pietro Maiella. Per la prima volta a un alunno e non a un maestro. Ora sono impegnata su questo fronte”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA