NAPOLI (Gianmaria Roberti) – Dalla documentazione in possesso del Comune di Napoli, quell’antenna di telefonia mobile ha le carte in regola. Questa la risposta di Palazzo San Giacomo all’amministrazione di un condominio di via Fiorentine a Chiaia. L’impianto è stato appena installato, da un privato, sul tetto di un palazzo vicino, alla Riviera di Chiaia. L’installazione ha messo in allarme diversi residenti. Tra le criticità segnalate, la presenza di un asilo nido in zona. Al riguardo, il Comune cita l’asseverazione del progettista incaricato che dichiara “che nel raggio di 50 m dall’impianto non sono stati individuati edifici ospitanti strutture sanitarie e/o scolastiche”, in ottemperanza ai divieti di legge. La scuola è al piano terra di un edificio, a due passi da quello dell’antenna. Secondo Google Maps, in piano i due palazzi disterebbero 17 metri. Ma il dato non è ufficiale, e va considerata la distanza effettiva: l’impianto radio, infatti, trovandosi sul tetto, è lontano diversi piani dall’asilo. Il Comune, comunque, sta verificando se l’attività didattica sia operante. A mobilitarsi, nelle scorse settimane, sono stati vari abitanti della zona. In via Cupa Cajafa è stata avviata una raccolta di firme, giunta a circa 150 sottoscrizioni. L’obiettivo è inviarle al governatore De Luca e al sindaco Manfredi, evidenziando la presenza di altre due antenne nei paraggi, distanti “poche centinaia di metri in linea d’aria”. Nel documento si paventa un ‘bombardamento di onde magnetiche’. Quanto all’impianto della Riviera di Chiaia – in un altro riscontro, inviato dall’Arpac al medesimo condominio di via Fiorentine a Chiaia – si attesta che “le misurazioni eseguite hanno registrato valori inferiori al limite”. Del resto anche il Comune fa sapere che, per questo impianto, l’Arpac aveva rilasciato parere favorevole, il 2 febbraio scorso. Qualche residente, inoltre, solleva perplessità di ordine paesaggistico, trattandosi di un’area di pregio. Sul punto è laconico Palazzo San Giacomo: agli atti risulta “certificazione vincolistica della Soprintendenza”, dalla quale “si evince l’assenza di vincoli”. C’è chi, comunque, si è rivolto ad un legale, valutando i margini per eventuali ricorsi.