Movida a Caserta: l’alcol scorre a fiumi

CASERTA – Sedici lattine di ‘bionda’ leggera e altrettante di bottiglie di birra forte doppio malto, altre sedici bottiglie di chiara italiana o spagnola e persino otto mini-bottiglie di prosecco: i divieti per la vendita di alcol e di bevande in vetro a Caserta, allungati o accorciati o a seconda delle richieste e delle spinte delle parti coinvolte, cadono nel vuoto a fronte dell’automatizzazione per la vendita di bevande alcoliche nei distributori in strada.

Resta pur sempre la limitazione di dover presentare un documento d’identità per poter dimostrare la maggiore età e poter così acquistare birra (o anche spumante) in quantità. Il divieto, tuttavia, viene sostanzialmente aggirato. Non molto, a dire il vero, il ‘periodo’ in cui non si possono vendere bibite alcoliche o in vetro: appena tre ore, dalle 3 alle 6 di mattina. I distributori automatici non sono pochi. Una decina, circa, tutti nei dintorni del centro storico. Un’alternativa ‘facile’, oltre che più economica, rispetto ai normali bar e locali. Il primo in via San Carlo. Oltre ai soliti soft drinks il distributore centrale fa bella mostra di un intero ‘piano’ dedicato a birra e vino. Simile la situazione per il distributore che si trova in corso Trieste o quello nei pressi di via Ferrante. “Non si può cancellare in un solo mese anni di lassismo e disinteresse – le parole di Rosanna Di Costanzo del Comitato Vivibilità Cittadina – E’ ovvio che anche i distributori automatici andrebbero regolamentati. Invece, nonostante tutto ciò che avviene, addirittura viene spostata di un’ora in avanti l’orario di chiusura per i locali che servono bevande alcoliche. Come comitato abbiamo anche chiesto una maggiore presenza in strada, delle forze dell’ordine per effettuare controlli e dei militari come presenza per dissuadere i più turbolenti. Invece il prefetto non solo non ci ha preso in considerazione ma non ci ha neppure invitati al tavolo per la sicurezza. Come associazioni libere, che non hanno interessi, vediamo ogni giorno quale sia la condizione del territorio. Il rispetto delle regole deve essere direttamente proporzionale alla crescita della città”. Il consumo di bevande alcoliche tra i giovani, problematico quando raggiunge livelli troppo alti, è diventato un fenomeno fin troppo diffuso nel capoluogo. Il disagio giovanile è palpabile e la movida selvaggia non ne è che un sintomo. La psicologia degli adolescenti ha subito dei duri colpi durante il periodo della pandemia e la ritrovata libertà rappresenta per molti l’occasione di sfogare rabbia e insicurezza  lungo repressi durante il periodo delle restrizioni. “Il problema del consumo dell’alcol – sono le parole di Mario Marzuillo, dell’associazione Caserta Città Sostenibile – soprattutto tra i giovani è una criticità che va affrontato con intelligenza. Non è soltanto un problema di proibizionismo. Non si può soltanto affrontare questo problema vietando il consumo. Perché se il consumo c’è si tratta soltanto del sintomo di un problema. Il problema non è soltanto nel ‘dove’ acquistarlo. Ovviamente bisogna fare opera di prevenzione e di formazione. I ragazzi devono comprendere che l’abuso di alcol non è la soluzione di alcun problema. Bisogna far capire ai ragazzi che può creare non soltanto problemi di salute ma anche incidenti stradali.  Il metodo giusto di affrontare il problema è la sensibilizzazione e la comprensione, di questo problema”. L’alcol viene servito non-stop nei fine settimana del capoluogo, ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Le ordinanze si fanno sempre più incerte, cambiando di giorno in giorno. Nessuna barriera, in pratica, tra i giovani e l’abuso di alcol.

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