NAPOLI – I Contini si vogliono prendere il centro storico. Una volta a settimana scendono con le motociclette nei vicoli per dimostrare che comandano loro, dopo l’ultima ordinanza che ha rastrellato i Mazzarella (restano i reduci).
Lo raccontano le ultime informative delle forze dell’ordine. Non è tutto. Il gruppo del Vasto ha già fatto passi avanti. Si è stabilito nella parte bassa del quartiere. E se le paranze dei Mazzarella non hanno opposto resistenza, vuol dire che possono andare anche oltre. E’ la sintesi di un investigatore esperto. Ma questo significa, che la tensione è alta in tutto il centro storico. In pratica qui gli scenari sono cambiati in fretta dopo gli arresti ‘eccellenti’: l’ultima retata con decine di fermi ha assestato un duro colpo ai Mazzarella. A gennaio tredici misure cautelari tra il rione Case Nuove e la zona di piazza Mercato. Per 10 è scattata la custodia cautelare in carcere e per 3 gli arresti domiciliari. Tra gli altri, anche nomi iimportanti come Luciano Barattolo.
Non solo. Un anno prima un altro duro colpo, sempre per i Mazzarella, con gli arresti di Ciro Mazzarella, Michele Mazzarella e Salvatore Barile. E sempre nella zona centrale della città. Questo – spiegano le forze dell’ordine – ha creato un vuoto di potere in pochi giorni. Che i Contini stanno cercando di colmare. Non è semplice, perché il centro storico è da sempre considerato un feudo mazzarelliano. E anche la paranza del Vasto deve fare i conti con gli arresti eccellenti: basta ricordare quello di Nicola Rullo in Spagna. Nel centro storico resistono i reduci della cosca di San Giovanni a Teduccio e le ‘nuove leve’. I Mazzarella poco tempo fa avevano rischiato la scissione a Forcella. Una dura contrapposizione con il gruppo del Mercato. La questione era semplice: bisognava riorganizzare il gruppo dopo gli arresti eccellenti. Ma l’accordo non si trovava. Alla fine è stata raggiunta l’intesa in extremis.
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Napoli. Batterie di centauri dei Contini entrano nel feudo dei Mazzarella
Gli investigatori: la cosca del Vasto vuole occupare le ‘caselle vuote’