Napoli, camorra e politica a Caivano: in 25 a rischio processo NOMI E FOTO

NAPOLI (Francesco Celardo) – Si fa ancora più chiaro il quadro di connivenze tra camorra e politica caivanese. Il 20 marzo, i sostituti Procuratori della Repubblica Francesca De Renzis, Giorgia De Ponte e Anna Frasca hanno inviato a 25 persone la conclusione delle indagini preliminari. I magistrati, dopo aver effettuato le indagini, decideranno sulle richieste di rinvio a giudizio Il numero degli indagati sale a 25. Oltre ai nomi noti, tra cui Giovanbattista Alibrico, Carmine Peluso, Arcangelo Della Rocca, e Armando Falco, spicca che il nome dell’ex consigliere di Forza Italia Gaetano Ponticelli. A Ponticelli, la Procura contesta il ruolo di informatore, insieme a Peluso e ad Alibrico. Poi ci sono altri nomi che fanno parte del clan Angelino – in particolare Giovanni Cipolletti, Massimiliano Volpicelli, Gaetano Angelino e il capoclan Antonio Angelino, alias Tibiuccio – in merito alle imprese aggiudicatarie dei lavori pubblici e agli importi del lavori assegnati. Altri nomi noti sono quelli già evidenziati come Alibrico (detenuto), Domenico Amico, Michela Amico, Giuseppe Bernardo, Raffaele Bervicato (detenuto), Domenico Celiento, Vincenzo Celiento, Giovanni Cippolletti (detenuto), Filomena Coppeta, Domenico Della Gatta, Arcangelo Della Rocca, Antonio D’Ambrosio, Armando Falco, Domenico Galdiero (agli arresti domiciliari), Raffaele Lionelli (detenuto), Angelo Natale (detenuto), Carmine Peluso (ex assessore oggi detenuto), Francesco Peluso, Teresa Peluso, Martino Pezzella (detenuto), Massimiliano Volpicelli (detenuto), Vincenzo Zampella (detenuto).
L’inchiesta racconta come la malagestio, per tanti anni, abbia spaziato in lungo e in largo tra le stanze del Comune. Lo racconta anche la relazione redatta dall’Anac, l’autorità anticorruzione, che nel 2017, dopo una articolata indagine, scrisse nero su bianco che sulle gare nell’ambito sociale, le condotte messe in atto da alcuni dirigenti nel concedere appalti in via del tutto discrezionale, era da contestare. In pratica, venivano assegnati appalti senza nessuna indagine preliminare nella scelta delle ditte. Ancora oggi quei problemi che hanno prodotto la distruzione di un intero strato sociale, sono ancora abbastanza influenti. In sei mesi esatti, da quando la premier Giorgia Meloni prese l’impegno su Caivano, solo gli uffici della presidenza del Consiglio guidati da Fabio Ciciliano hanno messo il turbo nel portare avanti il piano straordinario voluto dal governo. Si annoverano la ricostruzione dell’ex centro Delphinia, l’area giochi battezzata “Antonio e Fortuna”, il “Parco Urbano Livatino”, la Biblioteca comunale, gli interventi nelle scuole, e tanto altro ancora. Invece, ci si aspettava una maggiore incisività da parte di una commissione straordinaria formata da dieci membri (tra commissari e sub commissari). In realtà si è visto ben poco.

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