Napoli. Droga e armi, preso nipote del boss

In cella Enzo Iadonisi, parente dell’ergastolano Francesco, e Giuseppe Ciotola

NAPOLI – Piazza di spaccio ‘mobile’ sul litorale giuglianese, due arresti. In manette Giuseppe Ciotola ed Enzo Iadonisi, quest’ultimo nipote del boss Francesco Iadonisi, dell’omonimo gruppo criminale con base nel rione Lauro di Fuorigrotta. Ciotola e Iadonisi sono stati fermati dai carabinieri di Aversa al termine di un’attività di appostamento. Dopo aver notato uno scambio droga-soldi, l’intervento nella camera di un albergo in via Domiziana, con i due che sono stati trovati di dosi di cocaina, cartucce e una pistola calibro 38 di marca Smith&Wesson. L’udienza di convalida al Tribunale di Napoli Nord si è conclusa con il trasferimento della coppia dietro le sbarre, secondo quanto disposto dal giudice per le indagini preliminare Donata Di Sarno.

Ma il lavoro investigativo, sul conto di Ciotola e Iadonisi, non si ferma con il blitz. Una prima fase d’indagine starebbe inducendo gli investigatori a ipotizzare un coinvolgimento dei due, non è ancora chiaro a che titolo, nella recente escalation di violenza nel quartiere di Fuorigrotta, dove la tensione tra clan è alle stelle da anni. Iadonisi, si diceva, è nipote di Francesco Iadonisi, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Antonio Fiorillo, avvenuto nel 2013 nell’ambito di un’epurazione interna alla cosca alleata dei Cesi. L’Antimafia lo ritiene a capo della cosca.

Iadonisi, che ha alcuni parenti residenti proprio nella fascia costiera di Giugliano, è anche nipote di Giuseppe Iadonisi, vittima di un agguato di camorra avvenuto a Quarto nell’aprile del 2006, quando un commando armato lo sorprese mentre era a bordo della sua auto con i figli, cugini di Enzo Iadonisi: durante l’azione di fuoco fu ferita da un proiettile vagante una figlia, all’epoca 11enne, oggi 28enne, del bersaglio dei killer.

Stando all’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia, il clan Iadonisi ha ancora un peso importante negli ambienti della mala di Fuorigrotta. Allo scopo di frenare i Troncone, il gruppo egemone al rione Lauro, che ha alle spalle la potente Alleanza di Secondigliano, avrebbe stretto rapporti con il clan Sorianiello del quartiere Soccavo In questo stato di tensione è maturato l’omicidio, il 10 novembre 2021, di Andrea Merolla, elemento di spicco del clan Troncone e nipote del capoclan Vitale Troncone, successivamente gravemente ferito in un agguato il 23 dicembre. Infine, e probabilmente come replica, il primo gennaio è stato ucciso Salvatore Capone, pregiudicato vicino agli Iadonisi, freddato dai killer poche ore dopo la mezzanotte dello scorso primo gennaio.

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