NAPOLI – Forza Italia e Partito democratico si ritrovano dalla stessa parte della barricata, così come il Movimento 5 Stelle, quando c’è da parlare di soldi. Il Patto per Napoli è la prima ossessione del sindaco Gaetano Manfredi, che lo aveva posto come condizione per candidarsi, e ora teme di essere stato messo in mezzo. Dal governo nessun segnale di aiuti concreti a un Municipio che, allo stato attuale, non avrebbe una alternativa al dissesto finanziario. Una responsabilità enorme per il nuovo sindaco che non vuole cominciare con il fallimento la sua amministrazione. Il primo cittadino ieri sera alla Rai ha confermato l’emergenza totale che vive Palazzo San Giacomo. “Non ci sono dirigenti tecnici di ruolo al Comune di Napoli. Senza la capacità amministrativa necessaria per preparare i progetti funzionali allo sviluppo del nostro territorio, rischiamo di perdere una parte dei fondi del Pnrr. Abbiamo a disposizione circa 1 miliardo di euro, sarebbe utile già riuscire a spenderne il 30 per cento”. Ieri ha ribadito che serve un impegno del governo per poter procedere con assunzioni e gestire il debito. E incassa il sostegno anche di chi in teoria è all’opposizione. “Ci sarò tempo per dividersi e per fare battaglia politica. Ma non è questo il tempo. La fotografia scattata da Manfredi sullo stato delle finanze e dell’ organizzazione del Comune di Napoli e talmente impietosa da non lasciar spazio ad alcuna polemica. Siamo pronti a mobilitare ogni parlamentare per introdurre il patto per Napoli nella finanziaria”, ha dichiarato Fulvio Martusciello (a destra) coordinatore cittadino di Forza Italia Napoli. A rassicurare Manfredi ci ha pensato il pentastellato Vincenzo Presutto, ma soprattutto il Partito democratico. “Ha ragione Gaetano Manfredi: se non mettiamo Napoli in condizioni di garantire i servizi e giocare la partita del PNRR, assicurando le risorse umane e finanziarie necessarie, a perdere la sfida sarà tutta l’Italia. Nella Legge di bilancio l’impegno sul Sud va ripreso e rilanciato con forza”, ha detto Peppe Provenzano, numero due del partito. Il problema è che per ora sono parole. E il sindaco si ritrova in mezzo alla tempesta. Venendo anche preso un po’ in giro dall’opposizione consiliare targata Antonio Bassolino e Alessandra Clemente. Il primo gli ha ricordato che è appena arrivato e non può andar via, la seconda ha rincarato la dose: “Il re è nudo. Si scopre improvvisamente che Palazzo San Giacomo si è retto grazie ai salti mortali. Che essendo il comune in predissesto non ha potuto fare assunzioni. Che per curare l’immenso verde della città abbiamo solo 130 giardinieri. Che non ci sono dirigenti che firmino i provvedimenti”. Ora servono i fatti. E Manfredi aspetta Draghi. O scoprirà che le promesse elettorali futili sono state fatte a lui per primo.
Napoli. Fi-Pd, uno scudo per Manfredi
Azzurri e dem spingono per i soldi del ‘Patto’, ma il governo resta muto