Napoli, i clan utilizzano la strategia della tensione

Napoli, i clan utilizzano la strategia della tensione
Napoli, i clan utilizzano la strategia della tensione

NAPOLI – Step successivo nella faida a Soccavo. Come in una guerra, i clan stanno adottando la strategia della tensione e stanno punendo chi è contro. Chi abbandona il campo. 

Per gli investigatori, non c’è più un solo obiettivo. Ma tutti entrano nel mirino. E in particolare le persone più esposte e vulnerabili: gli ex amici.

Le indagini sull’omicidio di Michele Della Corte sono complesse. Il sessantaseienne era fuori dai radar della Procura da anni. Lontano dal sistema. Un ex grimaldiano di ferro: un tempo in prima linea, ma oggi si era ritagliato uno spazio tutto suo ed era rimasto defilato. Almeno così lo descrivono le forze dell’ordine. 

Della Corte viene indicato come grimaldiano da sempre. Ma tutti prima della scissione erano con i Grimaldi. Poi c’è stata la frattura e i Vigilia sono andati per conto loro. 

Michele Della Corte ha trascorso un lungo periodo in carcere. Ed è questo il vero spartiacque. “Perché dopo la scarcerazione, aveva cambiato atteggiamento – racconta un investigatore – era rimasto ai margini, fino a quasi scomparire del tutto dai nostri riflettori”. Poi è successo qualcosa, che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire. Ma non è finita. Le forze dell’ordine esaminano un altro aspetto: il figlio viene indicato vicino agli ambienti dei Vigilia (almeno nel periodo a cavallo del 2015). Possibile? C’è qualcosa che non torna. Perché dopo la scissione, i Grimaldi e i Vigilia hanno cominciato a spararsi. 

La squadra mobile sta approfondendo questo particolare. E le ipotesi sono due: una sorta di  attacco dei Grimaldi, perché Della Corte si era allontanato dal gruppo e il figlio era vicino ai nemici storici. Lo scenario è agghiacciante: potrebbero aver colpito il 66enne, perché più esposto, rispetto al figlio considerato un obiettivo sensibile (nel momento in cui i Grimaldi e i Vigilia si fanno la guerra).Ma resta in piedi la pista dell’epurazione interna (non escludono una lite prima dell’agguato in via Grimaldi). Non solo. L’assalto a colpi di pistola di mercoledì mattina potrebbe essere un messaggio. Di più. “O con noi, o contro di noi”. Una sorta di scelta di campo. Per gli inquirenti è un cambio di passo nella faida. Una svolta repentina. Chi sa di essere un potenziale obiettivo esce da casa di rado e adotta ogni precauzione. Così i gruppi di fuoco hanno non poche difficoltà a intercettare i rivali. Ecco perché sarebbe cambiata la strategia: ampliata la platea degli obiettivi. Tutti contro tutti.  

Gli accertamenti sono tuttora in corso e la Procura sa che la tensione a Soccavo è alta. Sparare  dieci volte in pieno giorno in una zona densamente abitata non è poco: anche questo può essere un segnale. 

Soccavo è diventata una polveriera. Anche chi non è più legato ai clan, può diventare un obiettivo da colpire.

Le forze dell’ordine hanno elevato al massimo il livello di allerta. C’è il rischio concreto di una escalation. Questo è chiaro. 

Michele Della Corte è stato ucciso come un boss. Ma non lo era. Anzi. Negli ultimi anni era lontano dai riflettori delle forze dell’ordine. 

Gli inquirenti non escludono contraccolpi nelle prossime ore e hanno predisposto un piano di controlli a tappeto. 

Gli scenari sono inquietanti. Poliziotti e carabinieri sanno che la faida non è terminata. Anzi. Nelle prossime ore potrebbe succede di tutto. Gli investigatori sanno che i tempi delle risposte sono indicativi: danno il polso della capacità di reazione di una organizzazione. Ecco perché agenti e carabinieri da 48 ore setacciano le palazzine di edilizia popolare a Soccavo. L’obiettivo è militarizzare il territorio e far sentire la presenza dello Stato ai cittadini.

Serve evitare una escalation a tutti i costi. E per farlo le forze dell’ordine hanno intensificato anche i servizi per il controllo del territorio, con perquisizioni mirate e posti di blocco nelle zone considerate a rischio. 

La questura e l’Arma temono un ritorno della faida vecchio stile a Soccavo. 

Il 66enne è stato attirato da una trappola

Una trappola mortale. Michele Della Corte è stato assassinato davanti casa in via Paolo Grimaldi all’alba di mercoledì. Qui gli agenti della Scientifica hanno effettuato un sopralluogo: la vittima non ha avuto il tempo per tentare la fuga. Nessuna reazione. Era stata circondata e assassinata in pochi secondi. Un volume di fuoco ampio. L’obiettivo era uccidere. Una spedizione di morte. Non solo. Il piano era stato studiato nei minimi dettagli. E quasi certamente il 66enne era stato ‘convocato’, o comunque doveva parlare con qualcuno in strada. C’è l’ipotesi di una ‘esca’: un conoscente potrebbe averlo accompagnato in quel punto del marciapiede, dove poi sarà trovato il cadavere. 

I carabinieri ieri hanno requisito le immagini registrate da alcune telecamere di sorveglianza in quel tratto di via Grimaldi: Michele Della Corte è stato ucciso in pieno giorno e gli impianti a circuito chiuso potrebbero aver ripreso l’assalto a colpi di pistola, ma anche la fuga dei killer. 

Le verifiche delle forze dell’ordine vanno in questa direzione. Per ora gli investigatori dell’Arma hanno pochi elementi, per individuare il commando. Di certo almeno quattro persone hanno partecipato all’agguato l’altro ieri mattina in via Paolo Grimaldi a Soccavo. I carabinieri cercano anche informazioni in via confidenziale. Hanno ascoltato le persone che abitano in quel tratto della strada.

Gli investigatori ieri mattina sono tornati in via Paolo Grimaldi, anche per raccogliere nuovi elementi e ricostruire la dinamica dell’omicidio.

Le verifiche sono tuttora in corso e sviluppi potrebbero arrivare nei prossimi giorni. Ora la tensione a Soccavo è salita alle stelle.  E sia la polizia che i carabinieri hanno previsto un piano specifico, per monitorare i rioni di edilizia popolare. 

Sospettano che nella notte i commando entrino in azione, per pattugliare le roccaforti delle cosche e sono stati intensificati i controlli.

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