Napoli, il rampollo del boss Troncone in carcere

Napoli, il rampollo del boss Troncone in carcere
Napoli, il rampollo del boss Troncone in carcere

NAPOLI (Tommaso Angrisani)   Pestaggio per ‘marcare il territorio’, ricorso in Cassazione rigettato: Troncone jr torna in carcere. E’ quanto avvenuto ieri mattina dopo che Giuseppe Troncone, il 25enne di Fuorigrotta figlio del boss Vitale, si è presentato negli uffici della Questura per costituirsi dopo la decisione della Suprema Corte che ne ha sancito in sostanza l’arresto. Dopo le formalità di rito, pertanto, è stato trasferito in cella a Secondigliano. Il giovane venne colpito lo scorso dicembre da un decreto di fermo disposto dalla Dda napoletana nello stesso giorno in cui il papà fu bersaglio di un agguato di camorra. Un provvedimento che l’Antimafia motivò ipotizzando che a seguito di quel raid il figlio potesse momentaneamente sparire per riorganizzarsi e “rispondere in maniera eclatante” sia all’attentato subito dal padre che all’omicidio di suo cugino Andrea Merolla, avvenuto la sera del 10 novembre 2021. I fatti oggetto di questo procedimento, invece, risalgono ad ottobre dell’anno scorso, quando secondo l’accusa avrebbe aggredito insieme al cugino, ucciso poi un mese dopo, una coppia di ragazzi per il solo sospetto che fossero a Fuorigrotta per rubare. Uno sarebbe stato picchiato con violenza anche con il calcio della pistola; l’altro, invece, che era riuscito a scappare, nella fuga sarebbe stato investito da un’auto in corsa che non si fermò a prestare soccorso. Ai due venne pure ‘tolta’ l’auto, rinvenuta 12 giorni dopo nel quartiere. L’aggressore fu rintracciato grazie alle telecamere di sorveglianza che avevano segnalato gli spostamenti della moto rossa con la quale il rampollo era solito muoversi, mentre le vittime avevano evitato – per paura – di fare i nomi dei picchiatori, la cui azione dimostrativa, peraltro, avvenne a volto scoperto. A conclusione dell’udienza di convalida, però, il gip del tribunale di Napoli non convalidò il fermo disponendo l’immediata scarcerazione del 25enne che tornò subito in libertà. In quella circostanza passò la linea dei suoi legali di fiducia, gli avvocati Antonio Abet e Andrea Lucchetta, ma il pm fece ricorso e venne accolto. La difesa, a sua volta, presentò ricorso per Cassazione che invece è stato rigettato ‘aprendo’ a Troncone jr – di fatto – le porte del carcere.

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