NAPOLI – La decisione di Luigi Cimmino di diventare collaboratore di giustizia potrà permettere agli inquirenti di scoprire come venivano gestiti gli affari illeciti all’interno degli ospedali della zona collinare di Napoli e quali erano le modalità con cui venivano inoltrate richieste estorsive alle imprese di servizi che operavano nelle strutture ospedaliere e alle agenzie di pompe funebri. “Sono stanco, sono pronto a parlare”, con queste dichiarazioni il boss del Vomero ha comunicato di voler spiegare per filo e per segno gli affari illeciti del clan Cimmino-Caiazzo nei luoghi in cui la gente soffre, ovvero gli ospedali. Da venerdì, da quando sono state depositate le prime due ordinanze con le dichiarazioni del boss, hanno iniziato a tremare non solo gli esponenti della malavita che sono entrati in questo giro di affari, ma anche i colletti bianchi degli ospedali.
Si prevedono mesi di duro lavoro per i magistrati, qualora la collaborazione tra Cimmino e i pm Henry John Woodcock andassa avanti e non si arenasse come nel 2018. Allora i magistrati scoprirono il tentativo fasullo di Cimmino di eludere il 41bis, fornendo soltanto rivelazioni di poco conto con riscontri difficili da trovare. Tuttavia, sembra che questa volta il boss del Vomero abbia deciso di vuotare il sacco. Finora ha già descritto come venivano taglieggiate le aziende di servizi all’interno degli ospedali e come le pompe funebri venissero fatte oggetto di richieste estorsive e di come si rivolgevano al clan per battere la concorrenza all’interno delle strutture sanitarie quali Monaldi, Policlinico, Cardarelli, Cotugno e Pascale.
Cimmino è imputato insieme ad altre 47 persone per la vicenda degli ospedali napoletani. Il 61enne del Vomero è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso – con il ruolo di capo e promotore – ed estorsione: nonostante fosse detenuto dal 2016 avrebbe continuato a gestire gli affari sia attraverso i suoi sodali che con i familiari. Un pentimento che potrebbe provocare un ‘terremoto’ non solo all’interno del clan Cimmino-Caiazzo ma pure tra i colletti bianchi. L’inchiesta ‘ospedalopoli’, infatti, punterebbe a svelare l’intreccio tra mondo degli affari, impiegati pubblici e malavita organizzata per la gestione degli appalti nella sanità. Le dichiarazioni che Cimmino ha iniziato a rilasciare ai pm potrebbe aiutare i magistrati a far luce su quanto accadeva all’interno degli ospedali della zona collinare di Napoli. Nelle prossime settimane il registro degli indagati potrebbe accogliere nomi eccellenti. Sono tutti in attesa di capire quali siano gli altri retroscena, che Cimmino è intenzionato a rivelare una volta diventato collaboratore di giustizia, come è stato annunciato nella giornata di venerdì.
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