NAPOLI – Rapito il fratello di un affiliato al clan rivale per ritorsione dopo un pestaggio in carcere ai danni di un sodale e per spedire un messaggio a chi ha causato la rissa nel penitenziario: la vittima del raid tra le sbarre gode della protezione della cosca formata dai De Micco e dai De Martino. E’ quanto accaduto nel nuovo capitolo della faida di Ponticelli. Due arresti da parte dei carabinieri. Altri due indagati sono sfuggiti al blitz. Ad essere stato pestato nel carcere di Terni il 21 luglio scorso sarebbe stato Salvatore De Martino, figlio del boss Francesco, elemento di spicco del clan De Micco-De Martino. Al raid avrebbe partecipato anche Francesco Audino, ritenuto dagli inquirenti affiliato alla cosca dei De Luca Bossa. L’avrebbe fatto insieme ad altri uomini del sodalizio criminale. Però, pare che il clan De Micco-De Martino, avrebbero scelto di rapire il fratello di Audino a mo’ di ritorsione. Uno dei motivi per i quali la vittima sarebbe stata prelevata con la forza nei pressi del “Caffè Dolce Vita” di Cercola e portato in località San Rocco a Ponticelli, sarebbe stata la volontà della cosca di spedire un messaggio a Francesco Audino e agli altri detenuti che hanno partecipato al pestaggio di Salvatore De Martino e si tratta del fatto che il figlio del boss Francesco De Martino gode della protezione del sodalizio criminale e per questo motivo nessuno si deve permettere di torcergli un capello. Il rapimento del fratello di Francesco Audino sarebbe stato progettato e portato a termine da Romualdo Amitrano, Alessio La Volla, Giuseppe Perrella e Fabio Riccardi, i quali rispondono a vario titolo di quanto accaduto a Cercola il 27 agosto scorso. Amitrano e La Volla sono stati catturati dai carabinieri e portati in carcere. Devono rispondere del reato di sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso. Perrella e Riccardi, invece, sono sfuggiti al blitz. I militari dell’Arma sono sulle loro tracce.
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