Napoli. Raid punitivo in un locale a Chiaia: dieci in moto picchiano tre baristi

Gli investigatori: una banda di cinquantenni ha assaltato il noto Flanagan’s Cocktail Bar in via Poerio dopo che era stato sventato il furto di uno scooter Honda Sh parcheggiato davanti alle vetrine

NAPOLI – Raid punitivo di una paranza criminale nel ‘salotto buono’ della città. Dieci uomini su sei scooter hanno cercato di rubare un Honda Sh parcheggiato davanti a un cocktail bar in via Carlo Poerio. Il proprietario se ne è accorto ed è uscito in strada: ha messo in fuga la banda. Ma i centauri hanno fatto poche decine di metri e sono tornati indietro: volevano picchiarlo. Lui si è barricato nel negozio. Stavano per sfondare la porta, quando tre dipendenti hanno affrontato il gruppo. Hanno provato ad allontanare i centauri. Non c’è stato nulla da fare. Accerchiati e malmenati con i caschi. Uno è ricoverato con costole rotte, un altro con trauma cranico. Il terzo ha contusioni meno gravi. Poi le indagini della polizia: gli aggressori non sono ragazzini, ma hanno tra i 40 e i 50 anni. Indossavano caschi, che poi hanno tolto per colpire i tre dipendenti del bar. E ora gli agenti lavorano per tracciare gli identikit. Non è una babygang, ma una paranza criminale. Lente puntata su un clan della periferia di Napoli. I dieci farebbero parte di un vero e proprio gruppo camorristico. E’ successo nella parte più bella di Napoli: all’angolo tra via Carlo Poerio e via Bisignano. Ma oggi Chiaia non è più considerata il salotto della città. Lo spiega bene Giuseppe, barista nel Flanagan’s Cocktail Bar, tra i più rinominati e conosciuti nel quartiere: “In realtà di episodi ne accadono. Da sempre. Napoli è una realtà complessa. Anni fa qui spararono a un ragazzo davanti a una scuola. E oggi si sentono di feriti a colpi di pistola e accoltellati. Anche nella zona degli chalet. Ovunque è così. Sarebbe potuto accadere al Vomero, come a Fuorigrotta. Purtroppo episodi del genere accadono”. Quali le soluzioni? “Servono più controlli. Ma le pattuglie passano ed è complicato controllare un territorio così ampio. E’ un discorso complesso, difficile sintetizzarlo in pochi minuti. Tutti conoscono la realtà di Napoli. Inutile far finta di nulla. Le cose qui le fanno davanti agli occhi. Quelli erano grandi e tanti. Erano scesi quella sera con le moto per fare danni”. E li hanno fatti. Lei è tra i ragazzi usciti dal locale, per allontanarli? “No, per fortuna non io. Uno ora ha le costole rotte. Un altro un trauma cranico. Il terzo sta meglio e ha già ripreso a lavorare”. Cosa è successo dopo l’assalto al locale? “Non ci siamo mai fermati. Il bar è rimasto aperto sempre. Non abbiamo chiuso, perché quello che è successo non deve influire sull’attività. Siamo qui da otto anni e siamo tra le realtà più conosciute. Si va avanti, nonostante tutto”.

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