ROMA – Non è bastata la presenza di De Laurentiis in aula, non sono bastate soprattutto le parole di Kalidou Koulibaly, anche lui presente a Roma: la Corte d’appello della Figc ha respinto il ricorso del Napoli contro la seconda giornata di squalifica comminata al difensore senegalese per le vistose proteste dopo il cartellino rimediato per un fallo negli ultimi minuti di gioco della partita di San Siro contro l’Inter.
Tornerà a disposizione per la doppia sfida al Milan di fine mese
La prima (già scontata contro il Bologna il 29 dicembre) era arrivata perché diffidato e ammonito; la seconda, invece, per il rosso diretto esibito da Mazzoleni allo stesso giocatore senegalese dopo le proteste. La linea difensiva di Mattia Grassani, il legale del Napoli, era quella di dimostrare che, al momento dell’espulsione, Koulibaly era nervoso per i cori razzisti dei tifosi interisti. Insulti che avrebbero condizionato lo stato d’animo del giocatore, portandolo così ad una reazione spropositata come l’applauso polemico, interpretato dall’arbitro come comportamento non regolamentare.
Protocollo anti razzismo non rispettato, ma…
In pratica il Napoli, sottolineando anche che l’arbitro aveva ignorato il protocollo evitando di sospendere la partita, aveva chiesto un annullamento della squalifica per razzismo. La Corte, però, ha detto no, eccependo che, a livello di regolamento, il residuo turno di squalifica del difensore senegalese era tecnicamente impossibile da cancellare. Dunque, Koulibaly non sarà disponibile per la gara di campionato con la Lazio, aggiungendosi agli altri due squalificati Insigne e Allan. E il calcio italiano perde l’ennesima occasione di dare un segnale concreto contro il razzismo.