NAPOLI – Area nord col fiato sospeso. Si profila uno scontro tra maxi clan. Secondo le ultime informative della questura, gli Amato-Pagano sono in espansione e vogliono monopolizzare il narcotraffico a San Pietro a Patierno. Qui sono entrati in rotta di collisione con i Licciardi dell’Alleanza di Secondigliano. Era inevitabile, perché i confini sono risicati. E vanno stretti a tutti. Ma vediamo perché.
Al momento gli Amato-Pagano hanno insediato colonnelli nelle palazzine di via Paternum, nella parte alta del quartiere. Ed ecco il segnale d’allarme degli investigatori: se si dovessero spingere verso le piazze di droga nella parte bassa di San Pietro a Patierno, lo scontro con i Licciardi sarà fatale.
Dietro i Licciardi ci sono i Contini del Vasto e i Mallardo di Giugliano. Sarebbe una guerra in campo aperto tra due maxi cartelli criminali, che coinvolgerebbe l’intera periferia a nord di Napoli. Insomma uno scenario catastrofico. Che tutti vogliono evitare. A partire dai boss: sanno bene che le faide attirano i riflettori della Procura, con controlli a tappeto delle forze dell’ordine (in poche ore mettono in ginocchio le più grandi piazze di spaccio, con danni incalcolabili per le casse delle cosche). Se si considera che il core business è il traffico di stupefacenti, i clan così rischiano il default. Gli inquirenti esaminano diversi scenari. Tutti portano alle stessa conclusione: gli Amato-Pagano dalle postazioni allo Chalet Bakù e ai Sette Palazzi si stanno spostando verso sud. Provocando fibrillazioni con le altre paranze.
In pratica dopo aver conquistato molte piazze di spaccio a Scampia, gli Scissionisti si spingono fino a San Pietro a Patierno, un territorio che considerano libero dalle ingerenze dei grossi cartelli. Un errore di valutazione, secondo gli investigatori. Perché in questa zona sono insediati importanti avamposti dei Licciardi, che detengono il monopolio sugli stupefacenti e difficilmente lo cederanno. Sul fronte opposto gli Amato-Pagano, che anni fa erano guidati da Raffaele Amato, hanno una strategia precisa: monopolizzare le forniture di droga ai più grandi clan, per convincerli a cedere fette di mercato, senza sparare un colpo. Ma non funziona con i Licciardi, che un tempo erano guidati da Maria Licciardi.
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