NAPOLI – Spari nel cuore della movida. Il fine settimana appena trascorso passerà agli annali per l’ennesima storia di violenza e follia andata in scena a Chiaia, nel cuore della movida partenopea, vicoli e locali presi d’assalto, ogni weekend, da migliaia di giovani del capoluogo e della provincia. Erano le 23,20 di sabato quando, all’angolo tra via Francesco Lomonaco e via Vincenzo Cuoco, nel corso di una rissa tra ragazzi sono stati esplosi tre colpi a salve. La scena, ripresa con gli smartphone da alcuni presenti, è in queste ore al vaglio di inquirenti e investigatori. Nel video si vede un giovane in piedi sul tettuccio di un’automobile mentre scalcia qualcuno o qualcosa. Un istante più tardi, l’eco dei colpi a salve e la folla che, scossa, si allontana. Si sentono urla, ma anche qualche risata. “Sono a salve”, urla qualcuno per tranquillizzare gli amici. Nel giro di pochi minuti nella zona dei ‘muretti’ arrivano gli agenti della polizia di Stato che, in effetti, trovano sull’asfalto i bossoli esplosi da una pistola a salve. Ma i presenti innalzano il solito muro d’omertà. Le indagini proseguono comunque spedite attraverso l’acquisizione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza e con i video amatoriali che, nel frattempo, sono diventati virali.
L’episodio ha scritto l’ennesima pagina buia dell’ormai ex salotto buono della città. “Il problema vero è che ormai non ci stupiamo più – afferma Caterina Rodinò del Comitato Chiaia Viva e Vivibile – Episodi di questo tipo stanno diventando troppo frequenti e maturano su uno sfondo fatto di assenza di controlli e legalità allo stato puro. Quello che è successo sabato è una conseguenza diretta delle criticità che siamo soliti segnalare: movida violenta, decibel selvaggi, carenza di controlli in numerosi locali, mancato rispetto delle regole, la miopia delle istituzioni persino sulle attività volte a garantire il rispetto, da parte degli avventori dei locali, del codice della strada. Anni fa era fonte di vanto vivere in un quartiere come Chiaia, anche per questioni di logistica. Purtroppo non è più così”. “Come consigliere della prima municipalità non posso non chiedere l’intervento immediato delle forze dell’ordine per prevenire episodi del genere – tuona Roberta Foglia Manzillo – Il pericolo e la minaccia che gli abitanti vivono il fine settimana nei luoghi della movida è inaccettabile. Ormai i residenti di via cuoco non riescono a vivere tranquilli, mentre prima si lamentavano della sola difficoltà di entrare o di uscire da casa, perché impossibilitati dal numero elevato di ragazzi, macchine e motorini. Ora invece devono addirittura preoccuparsi di non essere centrati da un colpo di pistola. Lo trovo assurdo, è necessario un intervento massiccio delle forze dell’ordine che con le proprie pattuglie monitori le strade della movida soprattutto nel fine settimana affinché episodi del genere non si verifichino più. Abbiamo bisogno dello Stato, ci troviamo in pericolo”.
Un’ondata di violenza travolge il by night napoletano. “Questa è una città in cui gli spazi della movida sono oramai condivisi dai più svariati ambiti sociali – l’analisi di Federica Mariottino dell’associazione ‘31 Salvatutti’ – Dal ragazzino per bene al figlio del camorrista. Si incontrano e fanno le stesse cose ma con modalità, per ovvie ragioni, diverse. Un fenomeno che da tempo monitoriamo con la nostra associazione, che si occupa di prevenzione al disagio giovanile. Un disagio che si manifesta con comportamenti disfunzionali come l’eccesso alcolico, l’abuso di sostanze psicotrope e non da ultimo manifestazioni di violenza sempre più incontrollata. In questi luoghi di aggregazione ci vorrebbero molti più presidi da parte delle autorità, non si può pensare di abbandonare a se stessi i cittadini anche nelle ora più a rischio essendosi ritardato molto l’orario delle uscite serali anche per i minori. In questo il nostro richiamo è ai genitori affinché si ristabiliscano le fasce di orario che consentirebbero più sicurezza ai loro figli. Purtroppo l’importanza della prevenzione nelle scuole, come nelle famiglie, è sottovalutata. La violenza non è solo sintomo di una rabbia repressa, ma è anche l’affermazione di una prevaricazione. Occorre quindi monitorare seriamente questi episodi che avvengono in quelli che un tempo erano chiamati i salotti bene della città”.
Non solo movida violenta e microcriminalità, a Chiaia, ma anche una ripresa importante di attività legate alla criminalità organizzata. Il quartiere assiste a un nuovo scontro tra clan. E sulle ostilità aleggia l’ombra di un ras del clan Strazzullo scarcerato di recente.