NAPOLI – Il centro storico è una polveriera. La tensione è alta dopo i colpi di pistola in piazzetta Montecalvario domenica mattina.
Secondo le ultime informative delle forze dell’ordine, il raid potrebbe essere un’azione intimidatoria e gli investigatori esaminano la ‘mappa’.
Il commando ha sparato in piazzetta Montecalvario in pieno giorno a pochi metri dall’abitazione di Pietro Savio, figlio dell’ex boss dei Quartieri Spagnoli ergastolano Mario, detto Marettiello ’o bellillo.
Le indagini sugli spari in piazzetta Montecalvario sono condotte dai carabinieri, che esaminano ogni scenario. Non escludono ipotesi. E valutano tutte le piste possibili. Cercano di capire dalle telecamere cosa sia successo in strada.
Domenica mattina i militari del nucleo operativo della compagnia Centro sono intervenuti in piazza Montecalvario d’urgenza, per l’esplosione di colpi d’arma da fuoco. Rinvenuto in strada un bossolo. Non risultano feriti e danni a cose. Indagini tuttora in corso per stabilire chi abbia sparato e in quale circostanza.
Al momento – spiegano le forze dell’ordine – non ci sono certezze, ma ipotesi. Ecco perché esaminano la ‘mappa’ nella zona. Ieri hanno parlato con le persone, che abitano nell’isolato.
Pietro Savio era stato scarcerato a settembre. Il 35enne era stato detenuto a Sulmona per diversi anni. Poi in una casa di lavoro. Fino ai domiciliari. L’anno scorso ha terminato di scontare la pena ed è tornato libero, senza misure. E’ stato difeso per diversi anni dagli avvocati Francesco Piccirillo e Matilde Pontillo.
Pietro Savio è stato assolto anche nella maxi inchiesta, che ha disarticolato i Mariano. Processato con il rito abbreviato.
Il 35enne era tornato ad agosto ai Quartieri Spagnoli dopo un’assenza di due anni e mezzo, libero e senza misure di sicurezza a carico. Pietro Savio è il figlio del boss ergastolano Mario Savio. Va detto che il 35enne ha pagato il debito con la giustizia e non ha più conti aperti con lo Stato.
Le cronache non si occupavano di lui da ottobre 2020, quando la polizia lo arrestò eseguendo una misura cautelare per una rapina di Rolex a un turista inglese nei vicoli ai Quartieri Spagnoli, in concorso con un’altra persone.
Di fatto oggi piazzetta Montecalvario è un territorio neutrale, secondo le forze dell’ordine. Perché aprire il fuoco con una semiautomatica domenica mattina? Non lontano da una chiesa.
Qui a Montecalvario gli equilibri sono saltati da mesi, dopo la maxi inchiesta con 53 arresti.
A maggio dell’anno scorso la maxi retata ha smantellato diverse paranze e in particolare il gruppo Saltalamacchia. Da quel momento gli inquirenti registrano tensioni continue nei vicoli, con i cosiddetti ‘colonnelli’ dei Mazzarella che ritornano nei vicoli. Il loro obiettivo è chiaro: recuperare il terreno perso e lanciare avvertimenti ai Contini e all’Alleanza di Secondigliano. Questa nuova situazione ha cambiato radicalmente lo scenario, con i rapporti di forza che si sono modificati in seguito al maxi blitz, che ha colpito i fiancheggiatori dei ‘secondiglianesi’, indebolendoli soprattutto nelle zone della Pignasecca, di Largo Baracche e della Speranzella, dove la cosca di San Giovanni a Teduccio cerca di infiltrarsi.
Questa controffensiva era stata battezzata come la “controffensiva di primavera”, un’estate caratterizzata da tensioni e conflitti prolungati. I numerosi arresti hanno messo fuori gioco i Saltalamacchia, gli Esposito e i Masiello, creando un vortice di instabilità. Tutto ciò ha scatenato un vero e proprio terremoto nei Quartieri Spagnoli.
Secondo le ultime informazioni della polizia, i clan locali sono stati notevolmente indeboliti dagli arresti e ora si assiste all’inizio ufficiale della ‘colonizzazione’ di Montecalvario.
L’Alleanza e i Mazzarella accelerano il loro processo di espansione, ma sembra che i secondi abbiano maggiori possibilità di successo.
Ad oggi i rapporti di forza sono mutati e può succedere di tutto, spiega un investigatore esperto.
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