Decaro nella bufera, in sospeso la lista del Pd per le Europee

Graziano (Pd): atti strumentali. Cerreto (Fdi): nessun accanimento

NAPOLI – La vicenda del sindaco di Bari e presidente nazionale Anci Antonio Decaro, nella bufera per l’invio nel suo Comune della commissione di accesso che dovrà verificare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata, viene seguita con attenzione in Campania. Decaro dovrebbe essere infatti fra i nomi di punta della lista Pd per le Europee nella circoscrizione Sud e ha fra i suoi sponsor i sindaci di Napoli Gaetano Manfredi e di Caserta Carlo Marino (quest’ultimo suo “sottoposto” in quanto presidente dell’Anci in Campania). Questa disavventura, però, potrebbe spingere il partito a escluderlo dalla lista.
Risultano di segno opposto, ovviamente, gli interventi dei parlamentari dei diversi schieramenti su questa vicenda. Per il deputato Stefano Graziano (Pd) “Decaro è una persona specchiata che ha presentato decine di denunce e fatto arrestare molte persone, da sempre schierato contro la mafia.

Grave è l’’utilizzo delle istituzioni in modo distorto in un tempo elettorale che appare chiaramente strumentale”. I tempi del provvedimento hanno fatto parlare, nei giorni scorsi, di provvedimento “a orologeria”. Un’accusa rispedita al mittente dal deputato di Fratelli d’Italia Marco Cerreto: “E’ una polemica assurda. Il governo ha fatto quel che normalmente si fa: inviare una commissione di verifica a fronte di circa 130 indagati per collusione ipoteticamente mafiosa fra una società municipalizzata della quale il Comune di Bari è socio unico e che vede coinvolti amministratori, funzionari, dirigenti e altre figure che gravano attorno alla società. Qualsiasi governo invia una commissione in casi simili e nell’ultimo anno questo è avvenuto per 139 amministrazioni, che immagino siano governate sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Non c’è alcun accanimento”.

Il consiglio comunale barese rischia quindi, per sospetto di infiltrazioni mafiose, di concludere anticipatamente la sua vita naturale in base all’esito del lavoro della commissione di accesso. Dal 1991, anno in cui è stato approvato il primo decreto-legge riguardante lo scioglimento dei comuni per le infiltrazioni mafiose (poi abrogato dal Tuel), gli enti locali sciolti per mafia sono stati centinaia.

Di queste amministrazioni, 13 sono in Campania. Secondo l’ultima relazione annuale al Parlamento del Ministero dell’Interno, pubblicata a luglio 2023, nel 2022 è stato disposto lo scioglimento di 11 consigli comunali, di cui quattro in Campania, tre in Calabria, due nel Lazio e due in Puglia. Il caso più noto è stato quello del comune di Caivano, sciolto a ottobre 2023 per infiltrazioni mafiose emerse dopo le indagini sugli abusi sessuali nei confronti di due minorenni.

© RIPRODUZIONE
RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome