NAPOLI – Studenti si divertono in classe a maneggiare le pistole. E’ successo nell’istituto superiore Giustino Fortunato, in via Le Bucoliche. La scena è stata notata da una insegnante. Appena entrata in classe, la professoressa non poteva credere ai suoi occhi. Alcune alunne stavano giocando con due pistole. Ha immediatamente allertato la preside che a sua volta ha chiamato il 112. Nel plesso sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli che hanno provveduto a disarmare le studentesse. Si trattava di due pistole, modelli replica di una Beretta 92. Erano senza tappo rosso e piombatura interna. Secondo quanto ricostruito, le pistole erano state portate per gioco in aula da uno degli alunni della classe. I suoi compagni, incuriositi, hanno iniziato a passarsele, tra selfie e video per i social. Sull’episodio proseguono gli accertamenti dei militari dell’Arma. Com’è venuto in mente allo studente, minorenne, di andare a scuola con due armi. E perché? Qual era il suo scopo? “E’ l’ennesimo segnale del disagio sociale che si respira nel quartiere”. Così Roberto Bianchimani, consigliere della IX Municipalità, interviene sull’accaduto. “Soccavo e il Rione Traiano sono diventati territori di abbandono, degrado sociale e urbano che sono sotto gli occhi di tutti. Oltre a recupero urbano attraverso i fondi del Pnrr, ci aspettiamo un recupero sociale. Al giorno d’oggi è assurdo che la scuola venga intesa, vista e adoperata soltanto come luogo di istruzione e non come luogo di integrazione sul territorio. Quanto accaduto all’istituto Giustino Fortunato è un’immagine che va condannata”. Di fronte alla scena di un 17enne che entra in classe con pistole giocattolo “bisogna realmente che si faccia rete – aggiunge Bianchimani – ma non solo a chiacchiere. Le istituzioni scolastiche non trovano le istituzioni amministrative e politiche vicine, molto spesso le scuole vengono usate soltanto per le ‘sfilate’”. Perché andare a scuola con delle armi? “E’ una questione di emulazione – prosegue il consigliere di Municipalità – Introducendo armi in classe, il ragazzino ha voluto dire che il mondo all’esterno è fatto così. In quanto consiglieri di Municipalità, non possiamo fare altro che spingere affinché associazioni e servizi sociali entrino nelle scuole. Ma non basta”. L’appello di Bianchimani è diretto al sindaco Gaetano Manfredi: “Servono più risorse per i servizi sociali sul territorio e occorre guardare le periferie non soltanto nell’ottica del Pnrr, ma soprattutto in ambito sociale. Manfredi ha spesso parlato del recupero dei mestieri antichi. Le soluzioni, non rappresentate dall’alternanza scuola-lavoro, possono essere concedere a questi ragazzi di avere opportunità di lavoro esagerate. Ad esempio: l’antica scuola sartoriale napoletana, magari grazie a una sinergia tra Comune e Regione”. Come si pone un freno all’appeal esercitato dalla criminalità sui ragazzi? “E’ difficile – risponde Bianchimani – servono operatori sei servizi sociali che siano qualificati, esperte, bisogna assolutamente fare rete, costruire un sistema, e non i soliti specchietti per le allodole. Bisogna rendere vivibili questi quartieri. Da soli, però, non possiamo farcela. Le periferie non vanno sviluppate soltanto urbanisticamente”. Bianchimani conclude con una formula tanto semplice quanto brillante: “Un quartiere è vivibile quando i giovani hanno poco tempo per perdere tempo”.
Tornando all’attività delle forze dell’ordine, i carabinieri della compagnia di Bagnoli hanno setacciato le strade del quartiere. Durante le operazioni i militari hanno denunciato a piede libero per violazione dei sigilli 5 uomini e 4 donne. I militari dell’Arma hanno trovato i 9 all’interno di locali utilizzati come piazze di spaccio sottoposte a sequestro dall’autorità giudiziaria. Controllati 57 veicoli e le abitazioni di 18 persone sottoposte a misure limitative della libertà personale. Ottantasette i cittadini identificati e tra questi 37 sono pregiudicati. Quattro le persone segnalate alla prefettura come assuntori di droga e due gli scooter sequestrati.