NAPOLI – Il contagio di Covid tocca vette sempre più alte in città, e cresce la pressione sugli ospedali napoletani. E’ l’effetto Omicron, il nome della variante del virus che sta creando non pochi problemi alla rete sanitaria nazionale e quindi a quella campana. Ancora una volta la medicina territoriale regionale si fa trovare impreparata dinanzi all’ennesima ondata di casi, questa volta davvero massiccia. Meno ricoveri e vittime, ma un numero esorbitante di infezioni mette sotto pressione i presidi ospedalieri napoletani, ogni giorno impegnati nella battaglia contro il Covid. Il nosocomio che è più e da maggior tempo in prima linea nel fronteggiare la pandemia è il Cardarelli. Particolarmente impegnativa è la situazione al Pronto soccorso. Qui, nella giornata di ieri, stazionavano in totale circa 90 pazienti, alcuni dei quali risultati positivi nel corso della giornata e immediatamente trasferiti nelle aree dedicate ai pazienti infetti. Perché questi numeri così alti di degenti? Una delle cause risiede nel fatto che il reparto Obi è stato recentemente convertito del tutto in reparto Covid. Qui sono ricoverati in totale una decina di pazienti: i posti letto, insomma, non sono tutti pieni. I circa 30 pazienti che prima afferivano a quel reparto si trovano adesso all’esterno di esso, per cui lo spazio si è ristretto per i pazienti ordinari che si trovano al Pronto soccorso. Giornata difficile quella di ieri, quando, purtroppo, tra i numerosi pazienti fatti accomodare in barella in Ps, in sette sono risultati positivi al test molecolare. Un primo tampone di tipo antigenico ne aveva riscontrato la negatività al virus: quello effettuato in un secondo momento ha però dato esito opposto.
Abbiamo interpellato la direzione dell’ospedale, che ci conferma come la situazione in ospedale sia complessa per il gran numero di accessi giornaliero. “Tutto il personale è come sempre al lavoro per garantire una risposta ai tanti accessi che stiamo registrando, pazienti affetti da Covid, pazienti con altre patologie o anche pazienti che arrivano in pronto soccorso per problemi non Covid che poi scoprono una positività asintomatica”, afferma Giuseppe Russo, direttore sanitario del nosocomio.
“È importante comprendere che nonostante i numeri, parliamo di circa 200 accessi al giorno, il lavoro del Pronto soccorso è sottoposto a protocolli che mirano ad arginare eventuali occasioni di diffusione del contagio. L’appello che possiamo lanciare alla cittadinanza è quello di recarsi in pronto soccorso solo se realmente vi è una necessità”, conclude Russo.