Nasce la pellicola fatta di alghe

Il progetto SeaFilm dell’Università portoghese di Leiria: un imballaggio edibile per conservare pesce e frutti di mare surgelati. Rallenta la deperibilità ed evita le ‘bruciature’ da congelamento

NAPOLI – Un progetto per combattere l’inquinamento da plastica e ridurre gli sprechi alimentari. Arriva Seafilm, la pellicola commestibile per il congelamento del pesce realizzata con le alghe. Usiamo troppa plastica e il pianeta ha a disposizione poco pesce mal conservato. Questi aspetti hanno spinto i ricercatori dell’Università Politecnica di Leiria, in Portogallo, a pensare a diverse soluzioni. Insieme ai problemi derivanti dall’inquinamento da plastica e alle restrizioni sulla plastica monouso, è nato il concetto di un biofilm commestibile per il pesce congelato. Il progetto SeaFilm sta cercando di fornire all’industria una nuova soluzione commestibile a base di alghe per sostituire le pellicole di plastica, aumentando al contempo la durata di conservazione del prodotto attraverso l’incorporazione di estratti di alghe bioattive. Dopo aver scongelato il pesce congelato, la pellicola biodegradabile può essere smaltita o semplicemente consumata insieme al pesce. In quest’ultimo caso, il film commestibile potrebbe anche includere condimenti per creare un pasto gustoso, comodo e facile da cucinare.

Plastica
La tecnica più diffusa nel mondo dell’imballaggio alimentare sono i film plastici monouso. Con un piccolo aiuto da parte dell’Ue, il progetto di imballaggio alimentare SeaFilm mira a creare un sostituto della pellicola di plastica monouso nella conservazione del pesce congelato. Come indica il nome, il nuovo film per imballaggio viene dal mare e si basa su estratti di alghe bioattive e alghe commestibili. Aiuta a conservare i frutti di mare congelati più a lungo mantenendone la qualità. Un progetto promettente in linea con gli obiettivi dell’Ue di combattere l’inquinamento da plastica, ridurre gli sprechi alimentari e dare impulso al settore delle alghe.

Un nuovo materiale
Il progetto SeaFilm promette di offrire un’alternativa alla plastica con un nuovo materiale che aiuta a differenziare i prodotti ittici, ridurre gli sprechi alimentari e ridurre la quantità di plastica monouso utilizzata nella produzione di pesce congelato. Il materiale ridurrà l’impatto ambientale del congelamento dei frutti di mare, estendendo attivamente la durata di conservazione attraverso l’incorporazione di estratti dell’alga Grateloupia turuturu.

Addio sprechi alimentari
Il film è convalidato per l’estensione della durata di conservazione nel salmone congelato, riducendo significativamente le cosiddette bruciature da congelamento. Risultati recenti indicano che potrebbe anche prolungare la durata di conservazione dei frutti di mare dopo lo scongelamento, ritardando la crescita microbica. Questa pellicola ecologica contribuisce a un prodotto finale sostenibile che è più attraente da guardare rispetto ai frutti di mare avvolti in una pellicola di plastica sintetica. Per la maggior parte delle specie testate, i ricercatori hanno osservato un ritardo nello sviluppo dei microrganismi dopo lo scongelamento. Il nuovo materiale è costituito da un biofilm a base di alginato che incorpora l’estratto di alghe. Se utilizzato come involucro, aiuta a conservare più a lungo i frutti di mare congelati mantenendone la qualità. La soluzione innovativa è stata sostenuta dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. L’industria è molto interessata ai risultati del progetto e ha chiesto al team di produrre biofilm per altre specie come il merluzzo e il nasello.

La normativa italiana
Dal primo gennaio del nuovo anno è scattato l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi immessi al consumo. Il decreto legislativo n. 116 del 3 settembre 2020, dispone che tutti gli imballaggi siano opportunamente etichettati in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. I produttori hanno, altresì, l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali utilizzati.

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