BRUXELLES – E’ il primo vero effetto del conflitto russo-ucraino sul nuovo ordine di sicurezza mondiale. La Finlandia ha detto sì all’adesione alla Nato, compiendo un passo per l’abbandono della storica neutralità mantenuta fin dalla Seconda guerra mondiale, per cui era stato persino coniato il termine “finlandizzazione”.
L’annuncio è arrivato dal presidente Sauli Niinisto e dalla premier Sanna Marin, dopo che il dibattito ha tenuto banco nel paese e tra le forze politiche per settimane. I tempi ora sono maturi, visto che il 70% della popolazione è a favore dell’adesione al blocco atlantico, come ha riferito il ministro degli Esteri di Helsinki in un’audizione al Parlamento europeo. Numeri impensabili fino a pochi mesi fa, quando una stretta minoranza voleva entrare nell’Alleanza, motivo per cui i governi di Helsinki e Stoccolma escludevano sempre il tema dal tavolo.
La reazione di Mosca non si è fatta attendere
“La Russia sarà costretta a prendere misure di rappresaglia, sia militari-tecniche che di altro tipo, al fine di fermare le minacce che sorgono alla sua sicurezza nazionale”, ha affermato il ministero degli Esteri russo, con l’avvertimento che “Helsinki dovrebbe essere consapevole della responsabilità e delle conseguenze di un tale passo”. E una delle prime mosse potrebbe essere il taglio delle forniture di gas russo alla Finlandia fin da domani, secondo alcuni media locali. Le azioni della Federazione russa dipenderanno dal grado di avanzamento delle infrastrutture militari ai confini del paese, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha definito la scelta come una minaccia alla sicurezza dell’Eurasia.
Il falco Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, si è spinto anche oltre, prefigurando che un potenziale conflitto tra Nato e Russia potrebbe degenerare in una guerra nucleare, uno “scenario catastrofico per tutti”. Secondo l’ex presidente russo, l’invio di armi da parte dei paesi Nato in Ucraina e le esercitazioni “vicino ai confini della Federazione russa” aumentano la probabilità di un “conflitto diretto tra l’Alleanza e la Russia”. Da Helsinki il capo della diplomazia prova a rassicurare Mosca, che non dovrebbe sentirsi minacciata perché la Finlandia ha “mantenuto il confine con la Russia pacifico e guarda al futuro quando si potrà continuare una cooperazione normale con la Russia”.
A Bruxelles è accolta con entusiasmo la svolta di Helsinki, che sarà seguita a giorni da quella di Stoccolma. Due paesi Ue che ora saranno anche sotto l’ombrello Nato. Se dalla Commissione non ci sono commenti ufficiali, il presidente del Consiglio europeo parla di “passo storico che, una volta compiuto, contribuirà notevolmente alla sicurezza europea”, e di “potente segnale di deterrenza” contro la Russia, che si ritroverebbe a condividere altri 1.340 km di confine con la Nato.
Non appena verrà formalizzata la richiesta di candidatura questa “verrebbe accolta calorosamente nella Nato e il processo di adesione sarebbe agevole e rapido”, assicura il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. Il problema è che i due paesi non possono rimanere a lungo nel limbo, in attesa di tutto il processo di adesione e della ratifica dei singoli parlamenti dei 30 paesi. Per evitare di essere esposti alle minacce di Mosca, la loro sicurezza verrebbe garantita, anche a livello di singoli paesi, rassicura una fonte Nato.
Intanto, non appena la Finlandia e la Svezia, che hanno deciso di muoversi assieme, sottoscriveranno il protocollo iniziale di adesione, ci sarebbe un passaggio di categoria e diventerebbero ufficialmente paesi invitati, con diritto di prendere parte al processo consultivo ma senza diritto di voto. Il Trattato del Nord Atlantico ufficialmente parla di invito da parte degli alleati, ma è chiaro che presuppone una richiesta di adesione preliminare.
L’iter sarà veloce perché la Finlandia coopera con la Nato fin dal 1994 e aderisce al Consiglio di partenariato euro-atlantico. Nonostante la sua politica di “non allineamento militare”, le sue forze sono completamente interoperabili con le forze armate della Nato: ad esempio la Finlandia ha preso parte alla missione Kfor in Kosovo, alla missione di capacity building in Iraq e per diversi anni anche alle missioni in Afghanistan assieme agli svedesi.
Il tema dell’adesione dei due paesi sarà affrontato già sabato e domenica all’incontro informale dei ministri degli Esteri dell’Alleanza a Berlino. Se i 30 parlamenti nazionali voteranno la ratifica velocemente, l’adesione ufficiale potrebbe avvenire già al vertice del 29 e 30 giugno a Madrid.(LaPresse)