Senato: domani nuova commissione Esteri. Ferrara si ritira, in bilico presidenza M5S

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 23-02-2022 Roma, Italy Senato Nella foto: il Ministro degli affari esteri Luigi Di Maio

ROMA – Domani si conoscerà la nuova composizione della commissione Esteri del Senato, dopo l’azzeramento deciso per ‘spodestare’ l’ex presidente M5S Vito Petrocelli. Le forze politiche sembrano orientate a confermare i commissari uscenti, ma la vera partita riguarda la nuova presidenza. Dalla corsa si ritira il pentastellato Gianluca Ferrara, dopo le polemiche sulle posizioni da lui espresse in passato, giudicate antiamericane e filorusse. E in bilico sembra essere l’ipotesi stessa di assegnare nuovamente la presidenza al Movimento 5 Stelle, perché gli altri partiti chiedono un chiarimento proprio al fine di evitare un altro caso Petrocelli.

La giornata inizia con Ferrara che prova a uscire dall’angolo: “Giudico gravemente offensivi, denigratori e diffamatori gli articoli giornalistici che mi definiscono filo-russo o filo-putiniano”, afferma, ricordando di aver “sempre condannato con la massima fermezza l’aggressione russa all’Ucraina” e di aver votato “a favore dell’invio di armi” a Kiev. Evidentemente non basta. Il suo nome “è ormai ‘bruciato’. Anzi, direi che è ‘incenerito'”, commenta a LaPresse un suo collega pentastellato.

Tra la buvette e l’aula di palazzo Madama, molti senatori concordano sul “fuoco amico” dei cinquestelle che ha di fatto impallinato la candidatura di Ferrara per il dopo-Petrocelli. “Il Pd non lo vota, vero???”, scrive su Twitter il sindaco di Bergamo ed esponente Pd Giorgio Gori, rispondendo a chi ricorda che Ferrara ha pubblicato un libro dal titolo ‘L’impero del male, i crimini nascosti da Truman a Trump’. Al senatore M5S non resta che tirarsi fuori: “Nel rispetto dei valori del M5s, che non brama a poltrone, e per il bene della mia forza politica, data la macchina del fango che si è messa in moto nei miei confronti, scelgo di non candidarmi”, scrive in una nota.

“Non sarà Ferrara il candidato del M5S alla presidenza della commissione Esteri“, conferma poco dopo il leader pentastellato Giuseppe Conte, pur spendendo parole di elogio nei suoi confronti. Sostegno al collega di partito arriva anche da altri esponenti cinquestelle, come l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo: “Voglio ribadire che Gianluca Ferrara è un caro amico e un collega serio, appassionato e competente. Il suo passo indietro dimostra lo spessore umano e senso del dovere verso il M5S”.

La partita sulla presidenza resta dunque aperta e “sarà tra il contiano Ettore Licheri e la dimaiana Simona Nocerino”, commenta a LaPresse un senatore di centrodestra, mettendo però in dubbio il fatto che resti certamente in mano al Movimento: “Chi l’ha detto che spetta a loro?”. Infatti non è scontato, a sentire gli stessi cinquestelle: l’ipotesi di proporre come presidente Licheri, che sarebbe sponsorizzato da Conte, “è un’operazione artificiale – osserva un altro senatore M5S – perché non è un membro uscente della Esteri e il suo nome potrebbe creare malumori fuori e dentro il Movimento”, e così “si rischia di perdere la commissione”.

Non a caso, fonti di Italia viva chiedono “che si tenga il prima possibile una riunione di maggioranza in Senato per discutere chi indicare”, visto “il ruolo delicatissimo nella fase attuale che deve garantire il rispetto degli impegni internazionali presenti e futuri del Paese”. E poi, “in quale articolo del regolamento del Senato sta scritto che la presidenza della commissione Esteri spetti al M5S?”, si chiede il capogruppo di Iv Davide Faraone.

Intanto, i cinquestelle chiedono ai loro senatori di proporsi per entrare a far parte della commissione. Rispondono in dieci: oltre agli uscenti Gianluca Ferrara, Simona Nocerino e Paola Taverna, si candidano la capogruppo Mariolina Castellone, Gianluca Castaldi, Vito Crimi, Alessandra Maiorino, Ettore Licheri e Primo Di Nicola. L’ultimo è Vito Petrocelli, a cui evidentemente non manca l’ironia.(LaPresse)

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