Nazionale, Donadoni: “Il problema attacco non c’è, serve pazienza”

"Problema attacco per la Nazionale? Non credo che esista un vero problema. E' vero che in questo momento abbiamo delle difficoltà in fase realizzativa però ci sono attaccanti che hanno dimostrato nel nostro campionato di essere dei buoni finalizzatori"

Foto LaPresse - Valter Parisotto

ROMA (LaPresse) – Nazionale, Donadoni: “Il problema attacco non c’è, serve pazienza”. “Problema attacco per la Nazionale? Non credo che esista un vero problema. E’ vero che in questo momento abbiamo delle difficoltà in fase realizzativa però ci sono attaccanti che hanno dimostrato nel nostro campionato di essere dei buoni finalizzatori. Bisogna avere un po’ di pazienza, poi gli attaccanti passano quei momenti in cui improvvisamente ci si sblocca. Sono circostanze che bisogna accettare, con la convinzione di avere nel nostro organico dei giocatori di valore che dobbiamo solo aspettare”.

Così l’ex commissario tecnico della Nazionale Roberto Donadoni, intervenuto ai microfoni di Radio anch’io Sport su Radiouno. “Meglio investire di più sui giovani? Mancini sta facendo un’operazione di ringiovamento della Nazionale, inserendo giocatori nuovi che magari in campionato non hanno una presenza costante nelle loro squadre”, ha proseguito l’ex centrocampista. “Non bisogna storcere il naso ma dare loro tempo e la possibilità di crescere. Se poi i risultati non sono quelli che ci si aspetta, non bisogna pretendere la luna”. “Pavoletti? Non credo che Mancini abbia scartato qualcuno”, ha sottolineato Donadoni. “Un ct non può e non deve mai scartare nulla. Puo’ essere che in un determinato momento dia la precedenza a determinati giocatori”.

Nazionale, le dichiarazioni dell’ex commissario tecnico

“La mia Nazionale era certamente più collaudata un po’ in tutti gli elementi, al di là di qualche inserimento di qualche giovane. Qui invece si deve ripartire”, ha continuato l’ex allenatore del Bologna. “L’errore che non dobbiamo fare è guardare troppo al passato, sia in positivo che in negativo. Dobbiamo guardare al presente e lavorare con grande dedizione, professionalità e cognizione di causa, sapere che comunque tutti quanti ci temono sempre, anche se magari questa capacità che avevamo si è un po’ smussata, ma abbiamo grandi valori e capacità, nei tecnici. Mancini saprà portare avanti il discorso nella maniera più adeguata e mi auguro quanto prima che l’Italia possa essere protagonista ai massimi livelli”.

Quindi una domanda sul suo futuro: “Quando tornerò in panchina? Mi auguro quanto prima, vediamo l’evoluzione e le opportunità. Non ho assolutamente alcuna frenesia anche se ho voglia di tornare sul campo ad allenare, vediamo. Un po’ di pazienza. Magari al Milan? Non dipende solo da me”, ha aggiunto. “Mi sembra che nelle ultime fasi abbia recuperato terreno, mi auguro che riesca a trovare il filotto giusto e tornare competitivo”.

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