Ndrangheta, sequestro patrimoniale da 50 milioni di euro a imprenditori silani

Un imponente sequestro di beni, pari a circa 50 milioni di euro, è stato disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri a carico di Luigi Spadafora e dei figli Pasquale, Rosario e Antonio di S. Giovanni in Fiore (Cosenza)

LaPresse31-03-2012 Firenze, Italia cronaca Blitz della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle Entrate su Ponte Vecchio a Firenze, per controlli fiscali alle botteghe orafe. L'operazione è scattata stamani e ha riguardato la verifica di scontrini e ricevute fiscali. Nella Foto: La Guardia di Finanza su Ponte Vecchio

CATANZARO – Un imponente sequestro di beni, pari a circa 50 milioni di euro, è stato disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri a carico di Luigi Spadafora e dei figli Pasquale, Rosario e Antonio di S. Giovanni in Fiore (Cosenza), tutti in carcere in forza della recente sentenza del tribunale di Crotone seguita al processo Stige, che li ha ritenuti colpevoli di appartenenza alla cosca crotonese Farao-Marincola. Le imprese agricole della Sila a loro intestate gestivano in regime di monopolio mafioso l’offerta di legname e prodotti derivanti dai tagli boschivi nel territorio montano calabrese doveva garantivano anche adeguata protezione ai latitanti. La Guardia di finanza cosentina ha svolto accertamenti patrimoniali nei confronti degli appartenenti alla cosca condannati e dei loro prossimi congiunti, esaminando e approfondendo le loro variazioni patrimoniali nell’arco temporale dal 2005 al 2017. Il lavoro ha evidenziato una continua e crescente sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati negli anni dai soggetti ed i loro rispettivi patrimoni immobiliari, mobiliari e finanziari accumulati.

Lo screening patrimoniale delle Fiamme gialle sugli imprenditori affiliati alla cosca – effettuato mediante tecniche investigative informatiche seguite da riscontri tradizionali – ha fatto emergere l’inadeguatezza dei ricavi e degli utili comunicati al fisco, rispetto ai beni e alle disponibilità economiche e patrimoniali accumulate progressivamente negli anni. L’esecuzione della misura di prevenzione patrimoniale ai fini antimafia, emessa dal Tribunale di Catanzaro ha portato al sequestro di 6 complessi aziendali (fra cui 3 società, 2 ditte individuali, una azienda agricola e diverse partecipazioni societarie), 203 immobili (tra terreni e fabbricati), 60 automezzi (autovetture, autocarri, rimorchi e mezzi agricoli), quote societarie e disponibilità finanziarie di varia natura come conti correnti bancari, titoli azionari, buoni fruttiferi, libretti di risparmio e assicurazioni.

(LaPresse)

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