Managua (LaPresse/AFP) – Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, incontrerà oggi i vescovi cattolici per nuovi colloqui destinati a metter fine alla crisi politica e alle proteste represse nel sangue. Centoventi persone sono state uccise in sette settimane di proteste, le ultime 16 nella repressione di una manifestazione organizzata dalle madri delle vittime. L’annuncio della Conferenza episcopale venezuelana è arrivato mentre l’opposizione ha alzato la pressione sul governo di Managua, con blocchi di strade e ferrovie in tutto il Paese. L’iniziativa è stata presa, ha spiegato l’opposizione, per proteggere soprattutto la città di Masaya. Infatti è stata teatro di saccheggi, incendi e violenze da parte della polizia e di forze filo-governative. Blocchi sono stati allestiti anche attorno alla località di Granada. Il noto centro turistico, martedì, è stato colpito da incendi, saccheggi e scontri in cui è morta almeno una persona.
Incontro proposto dai vescovi
I vescovi avevano chiuso i precedenti colloqui di pace la scorsa settimana, dopo la repressione della protesta delle madri delle vittime. Avevano annunciato che non li avrebbero ripresi sino a quando il governo non avesse messo fine a questo modo di agire. Ora la Conferenza episcopale ha fatto sapere che, dopo aver ascoltato “vari settori” sia in Nicaragua sia all’estero, ha proposto il nuovo incontro, che Ortega ha accettato. Il colloquio si terrà nel centro conferenze del governo della capitale. Sarà seguito da una conferenza stampa alle 19 locali (le 3 di venerdì in Italia). Martedì l’assemblea generale dell’Organizzazione degli Stati americani ha approvato una dichiarazione “a sostegno del popolo del Nicaragua”. Ed ha chiesto ad Ortega e ai cittadini di impegnarsi in un dialogo costruttivo per metter fine alla crisi ed evitare ulteriore violenza.