Contratto di Governo, per le riforme centrali servirà un po’ di tempo

'Cambiamento' a piccoli passi

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA – Non sono passate nemmeno 24 ore dalla seconda fiducia incassata dal governo Conte, che una cosa sembra già sicura. Le riforme fondanti il ‘contratto di governo’ non saranno effettuate durante il primo anno di governo Lega-5Stelle. Sicuramente, è una questione di tempi. Ma anche, probabilmente, di accuratezza. La fretta, si sa, è cattiva consigliera. Per flat tax, reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni dovremo aspettare il 2019. Ma anche per altri provvedimenti, come alcune opere pubbliche, il tempo sarà una variabile di non poco conto.

 

Flat tax (in due tempi) e reddito di cittadinanza, due riforme centrali

Certo, non ci sono ancora le commissioni ed è prematuro forse parlarne. Ma stando alle dichiarazioni di questi giorni, e non solo di questi giorni, alcune cose sembrano già chiare. Alberto Bagnai, probabile sottosegretario all’economia, aveva già parlato di flat tax in due tempi. Prima per le imprese e solo poi per le famiglie. Per il reddito di cittadinanza, lo stesso Luigi Di Maio ha sempre affermato che è una riforma ‘lunga’. Per metterla in campo e renderla effettivamente operativa, deve obbligatoriamente passare del tempo.

 

Opere pubbliche e Tav

Chiarissimo invece è stato Danilo Toninelli. “Studieremo prima tutti i dossier sulle opere pubbliche”, ha spiegato il ministro pentastellato. Una valutazione di costi-benefici per decidere cosa fare. Richiederà gioco forza del tempo. Anche perché i cantieri aperti del nostro paese, purtroppo, sono veramente tanti. Ma la questione un po’ più calda è sulla Tav. I 5Stelle, da sempre, si sono schierati con i movimento no Tav della Val di Susa. Pochi giorni fa, però, i pentastellati in regione Piemonte hanno votato insieme al Pd un provvedimento favorevole all’alta velocità. Tempi e nodi politici da sciogliere quindi. Una cosa più che legittima, ma che potrebbe scontrarsi con la natura movimentista dei No Tav, non molto inclini ad aspettare ancora.

 

Salvini vuole correre

Si sa, Salvini però ha fretta. Almeno sulle questioni legate all’immigrazione. Il neo ministro degli interni non perdo giorno per dichiarare. Se, da un lato, c’è la voglia di misurare bene le cose da fare per evitare guai, dall’altra c’è la necessità di dare le prime risposte agli elettori dopo una campagna elettorale che sembra non finire mai. Su sicurezza, rimpatri e in generale sulla questione immigrazione, probabilmente non verrà applicata la stessa ‘pazienza’ adoperata con Flat tax e reddito di cittadinanza. Ma il tema, divide e scuote il paese più di altri. Nell’uno e nell’altro senso.

 

Verso le Europee 2019

Di mezzo, poi, ci sono le elezioni europee del 2019. Probabilmente, da qui al giorno del voto, i temi europei e sulle politiche migratorie saranno centrali. Un po’ per quanto detto fin ora, un po’ per questioni di calcolo elettorale. Sia per Lega che per i 5Stelle, arrivare alla tornata elettorale con queste due bandiere da sventolare è fondamentale. L’attacco alle tecnocrazie e burocrazie europee che strangolano gli stati nazionali, i temi della sovranità politica ma anche economica, saranno al centro del dibattito dei prossimi mesi. Così come quello sull’immigrazione. Staremo a vedere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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