ERCOLANO – Un’organizzazione criminale radicata nel cuore dell’area vesuviana e capace di gestire un vasto traffico di droga tra Ercolano, Portici, Napoli e la penisola sorrentina. E’ il quadro inquietante emerso da un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha portato all’arresto di 13 persone, tutte gravemente indiziate per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione, condotta dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco, ha smantellato un vero e proprio cartello dello spaccio, che riforniva numerose piazze con hashish, marijuana, crack e cocaina. Per sfuggire alle intercettazioni, gli indagati utilizzavano un linguaggio criptico, facendo riferimento alla droga con termini di uso comune. Le richieste di stupefacenti venivano camuffate con parole come “ricariche”, “giacche”, “pizze” o “caffè”, mentre i clienti in attesa venivano definiti “appiedati”, come se stessero aspettando un passaggio. Un codice che ha permesso all’organizzazione di operare indisturbata per lungo tempo, ma che non è bastato a eludere le indagini degli inquirenti. Il centro operativo del traffico di droga era situato proprio a Ercolano, punto nevralgico di una rete che si estendeva fino alle zone più esclusive della costiera sorrentina, dove la cocaina veniva venduta a facoltosi professionisti. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli investigatori hanno documentato circa 500 episodi di spaccio, con un sistema ben strutturato che operava su almeno 14 diverse piazze. L’inchiesta ha avuto origine dall’arresto di Ciro Sannino, trovato in possesso di armi e droga. Gli investigatori hanno ipotizzato che non fosse un semplice spacciatore, ma un vero e proprio depositario delle sostanze stupefacenti e dell’arsenale del gruppo criminale. Da quel momento, le intercettazioni carcerarie e l’analisi del suo cellulare hanno permesso di ricostruire i contatti e la gerarchia dell’organizzazione, portando alla scoperta della vasta rete di traffico di stupefacenti.
A capo della holding dello spaccio vi era Raffaele Bifolco, 48 anni, ritenuto legato al clan Ascione-Papale, in guerra con il clan Iacomino-Birra per il controllo del territorio. Insieme a lui, altri quattro fedelissimi: il fratello Ciro Bifolco, Carlo De Maio e sua moglie Assunta Scognamiglio (indagata a piede libero), oltre a Mario Cozzolino, tutti raggiunti da ordinanza di custodia cautelare. L’organizzazione era strutturata in maniera gerarchica, con ruoli ben definiti: dai corrieri ai referenti di zona, fino ai gestori delle piazze di spaccio. Il ruolo di contabile era affidato a una donna di 47 anni, incaricata di registrare le entrate e le uscite dell’organizzazione e di recuperare i crediti dai pusher. Un sistema ben oliato, che operava sia con punti fissi di spaccio sia in modalità itinerante, con contatti telefonici tra clienti e fornitori. Il blitz dei carabinieri, eseguito all’alba con l’impiego di decine di militari, ha portato all’arresto di 13 persone tra Ercolano e la penisola sorrentina. L’operazione rappresenta un duro colpo al traffico di droga nella zona vesuviana e costiera, svelando ancora una volta il legame tra il narcotraffico e la criminalità organizzata. L’inchiesta, coordinata dal gip Nicoletta Campanaro del Tribunale di Napoli, ha delineato un quadro di illegalità diffusa, con un’organizzazione che operava come una vera e propria impresa criminale. Gli arrestati dovranno ora rispondere delle accuse davanti alla giustizia, mentre le forze dell’ordine proseguono nelle indagini per individuare eventuali altri membri della rete di spaccio.
Ordinanza in carcere per Ciro e Raffaele Bifolco, per Francesco Ciotola, 33 anni; Carlo De Maio, 38 anni; Salvatore Del Prete, 38 anni; Giacomo Esposito, 33 anni; Giovanni Guida, 42 anni; Salvatore Gargiulo, 34 anni; Antonio Madonna, 34 anni; Vincenzo Nocerino, 27 anni; Salvatore Oliviero, 41 anni; Vincenzo Papillo, 49 anni. Divieto di dimora in provincia di Napoli per Mario Cozzolino, 30 anni.