NOMI E FOTO. False cittadinanze, 8 arresti: smascherata corruzione tra Orta di Atella e Frattaminore

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Giulio Mozzillo, Salvatore Aletta, Silmara Fabotti e Flavio Alan Yogu

FRATTAMINORE – Una vera e propria macchina della frode, ben strutturata e collaudata, capace di trasformare cittadini stranieri in italiani a tutti gli effetti, è stata smantellata all’alba di ieri dalla polizia metropolitana di Napoli. L’operazione, coordinata dal Gruppo Tecnico Operativo Indagini, ha portato all’esecuzione di otto misure cautelari – tra custodia in carcere e arresti domiciliari – su mandato del gip del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura diretta da Anna Maria Lucchetta. Nel mirino dell’inchiesta, intitolata a un fenomeno sempre più dilagante, sono finiti dipendenti pubblici, agenti della Polizia Municipale e cittadini comuni. Le accuse sono pesanti: associazione per delinquere, falso in atto pubblico e corruzione. A capo del sodalizio, secondo gli inquirenti, c’era David Passos Trindade, titolare di una società di intermediazione, ora in carcere. Era lui a raccogliere le richieste e a gestire il traffico illecito di residenze e cittadinanze italiane, soprattutto per cittadini brasiliani. Un business milionario, fondato su pratiche false e la complicità di funzionari corrotti.

Tra gli arrestati figurano Carmelina Del Prete, coordinatrice dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Orta di Atella e due agenti della polizia municipale dello stesso Comune, Giulio Mozzillo e Salvatore Aletta. Gli altri sono dipendenti del Comune di Frattaminore. Anche per loro sono stati disposti i domiciliari. Parliamo di Anna Perrotta, Gaetano Rispoli, Enrico D’Ambrosio. Domiciliari anche per il brasiliano Renato Juneo Martins. Silmara Fabotti, moglie di Trindade e già condannata in un precedente filone d’indagine legato al Comune di Villaricca, risulta invece indagata a piede libero, così come il suo collaboratore Flavio Alan Yogui. Il sistema era tanto semplice quanto ingegnoso: sfruttando la normativa sulla cittadinanza “iure sanguinis”, gli indagati producevano documenti falsi – certificati genealogici, timbri statali contraffatti, passaporti falsificati – per attestare ascendenze italiane inesistenti. Grazie alla compiacenza di dipendenti pubblici corrotti, i richiedenti (calciatori e vip brasiliani) ottenevano la residenza in immobili fittizi, sempre gli stessi, registrati presso i Comuni coinvolti, in particolare Orta di Atella e Frattaminore.

L’indagine, sviluppata attraverso intercettazioni, pedinamenti e analisi informatiche, ha svelato una rete ben oliata, con una “contabilità di cassa” dettagliata, in cui venivano annotate le somme corrisposte ai pubblici ufficiali coinvolti. Gli importi richiesti per ogni pratica variavano tra gli 8mila e i 45mila euro, con una media di 22mila euro: il giro d’affari stimato si aggira su diversi milioni. Le false cittadinanze così ottenute aprivano ai beneficiari le porte dell’Unione Europea, con conseguenze potenzialmente rilevanti anche in termini di sicurezza e controllo dei flussi migratori. La Procura non esclude ulteriori sviluppi: le indagini proseguono per accertare il coinvolgimento di altri funzionari pubblici e verificare la posizione di altri Comuni dell’area. Un colpo durissimo a un sistema criminale che, per anni, ha sfruttato le falle della pubblica amministrazione per fini illeciti, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

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