SAN NICOLA LA STRADA – “Adesso comandiamo noi, ci devi dare 500 euro a Natale, Pasqua e Ferragosto per tenere le slot nel bar”: queste, secondo la Dda, le frasi che un imprenditore di San Nicola la Strada si sarebbe sentito dire da Antonio Auletta, 54 anni, detto ’o riccio e ’o ricciotto, una vita criminale trascorsa nelle file del clan Pezzella-Ullero, già condannato in passato. Cosca che si sarebbe vantato
di guidare, stando a quanto emerge dall’ordinanza firmata dal gip Mariano Sorrentino (Tribunale di Napoli) per effetto della quale Auletta è finito in carcere insieme ad altri due uomini. “Quelli di prima stanno carcerati”, la premessa specificata da Auletta. Sono stati i carabinieri della compagnia di Caserta a dare esecuzione al provvedimento di applicazione della misura cautelare personale della custodia in carcere, emessa su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti del 54enne e di Geremia Iavarone, 29 anni, e Cristofer Troia,
22enne di Potenza.
Sono tutti ritenuti responsabili di tentata estorsione, in concorso, aggravata dal metodo mafioso. L’indagine, avviata a luglio dai carabinieri della stazione di San Nicola la Strada ha consentito di far luce su un tentativo di estorsione posto in essere, dai tre indagati, in danno del titolare di una ditta di produzione, importazione e distribuzione di apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro, ovvero le slot machine. Secondo quanto ricostruito, i tre indagati, presentandosi quali esponenti della criminalità organizzata locale, avrebbero minacciato, anche in forma implicita e con modalità tipicamente mafiose, un procacciatore d’affari e collaboratore della citata società, nel corso di un incontro avvenuto a Cardito, nello specifico nella piazza di Carditello. In quella circostanza, la vittima si sarebbe vista avanzare una richiesta estorsiva di 1.500 euro, da versare in tre rate annue (Natale, Pasqua e Ferragosto), oltre ad ulteriori 3mila euro, pari alla metà della somma di 6mila euro che lo stesso avrebbe dovuto ricevere in restituzione dal titolare di un bar, poiché precedentemente anticipata per consentire a quest’ultimo di rinnovare i locali.
Ma la vittima ha raccolto il coraggio a due mani e si è presentata in caserma a San Nicola la Strada (città in cui ha sede la società), dove ha denunciato i presunti estorsori, fornendo ogni dettaglio utile alle indagini. A loro volta gli investigatori dell’Arma hanno allertato la Direzione
distrettuale antimafia, con l’inchiesta lampo che ha ha permesso di ricostruire la dinamica dell’episodio criminoso attraverso l’escussione di persone informate sui fatti, l’acquisizione di immagini di videosorveglianza pubblica, installata nei pressi del luogo dell’incontro, e l’analisi delle celle telefoniche, che hanno consentito di identificare compiutamente i presunti autori. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.