NOMI. Fuochi d’artificio illegali: due arresti, fermato un giro milionario tra Calvi Risorta e Francolise

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CAPUA – Fabbriche illegali di fuochi pirotecnici: a individuarle e smantellarle è stata l’operazione condotta dai carabinieri coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Pierpaolo Bruni. L’attività investigativa è riuscita a tracciare l’operatività di questi centri che, avvalendosi di manodopera occasionale, sarebbero riusciti, sostiene l’accusa, a smerciare materiale esplosivo clandestino anche all’estero. Due dei soggetti che, stando alla tesi degli inquirenti, avrebbero rappresentato il motore di questo business, ieri sono stati arrestati per detenzione e fabbricazione illecita di esplosivi: si tratta di Roberto Barberio, 47enne di Calvizzano, e Andrea De Fusco, 43enne di Sparanise. Ad emettere il provvedimento restrittivo, eseguito dai carabinieri della Compagnia di Capua e della stazione di Calvi Risorta, è stato il giudice Orazio Rossi del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Detenzione e fabbricazione illecita di materiale esplodente è il reato contestato anche ad Antonio Buoncammino, 56enne di Calvizzano, Kate Charli, 39enne, e Jennifer Owebigie, 44enne, originarie della Nigeria, ma residenti a Castel Volturno: anche loro sono coinvolti, ma a piede libero, nell’inchiesta che ha fatto scattare i due arresti.

Circa 13 tonnellate il peso del materiale trovato e sequestrato in queste fabbriche dai carabinieri: immesso sul mercato, avrebbe fruttato oltre 4 milioni di euro
Logicamente, i cinque indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile: il provvedimento cautelare è stato emesso senza il contraddittorio tra le parti, che avverrà dinanzi al giudice terzo e che potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli inquisiti.
Il lavoro dei militari dell’Arma, sostiene la Procura, ha raccolto elementi che indicano Barberio e De Fusco come gestori delle due fabbriche abusive di materiale pirotecnico, attività che rappresentavano pericolo per l’incolumità dei residenti.
Queste strutture sono state individuate a Calvi e a Francolise. Buoncammino avrebbe dato supporto nella produzione che avveniva nella fabbrica di Calvi: qui i carabinieri eseguirono una perquisizione il 18 maggio dell’anno scorso e trovarono oltre 7 tonnellate di materiale esplosivo.
Charli e Owebigie, invece, avrebbero lavorato in quella di Francolise, dove i carabinieri, il primo luglio 2024, pure hanno effettuato una perquisizione rinvenendo materiale per oltre 5,4 tonnellate.

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