Nucleare, i costi smentiscono il governo italiano

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Atomo insostenibile
Atomo insostenibile

Nonostante i recenti eventi a favore del rilancio dell’energia atomica in Italia, promossi anche con il sostegno del Ministero dell’Ambiente, i dati sulla reale situazione del settore a livello globale raccontano una storia diversa. Attualmente, non risultano nuovi reattori in costruzione né negli Stati Uniti né in Francia, paesi con una lunga tradizione nel settore.

Anche i piccoli reattori modulari (SMR), su cui punta il governo, non hanno ancora superato la fase progettuale. Un’analisi pubblicata sulla rivista ‘Progress in Nuclear Energy’ ha mostrato come l’elettricità generata da questi futuri impianti sarebbe ancora più costosa di quella prodotta dai reattori di terza generazione avanzata (III+), già considerata fuori mercato.

Per fare un esempio concreto, la banca d’affari Lazard ha calcolato che il costo dell’elettricità prodotta dai due reattori AP1000, entrati in funzione nel 2023 negli USA, si attesta tra 169 e 228 dollari per Megawattora. Lo studio sui futuri SMR americani ha evidenziato costi ancora superiori. Il progetto NuScale, l’unico ad aver ricevuto una prima autorizzazione di sicurezza, produrrebbe elettricità a un costo stimato tra 250 e 354 dollari per Megawattora.

La tesi secondo cui il nucleare non potrà ridurre i costi in bolletta è stata confermata anche da un recente rapporto della Banca d’Italia, intitolato ‘L’atomo fuggente’. È significativo notare che nemmeno i documenti della ‘Piattaforma per un nucleare sostenibile’, l’organismo governativo, hanno fornito elementi di costo a sostegno della convenienza economica di questa tecnologia. La narrazione di un abbassamento delle bollette rimane quindi una tesi indimostrata.

Al contrario, è stato provato come la riduzione dei costi energetici sia strettamente legata all’espansione delle fonti rinnovabili. Un’analisi di Ember ha dimostrato che in Spagna il kilowattora da impianti eolici e solari costa molto meno sia di quello prodotto dal nucleare sia di quello generato dal gas.

Questa evidenza viene però oscurata dalla propaganda pro-atomo di un esecutivo che, allo stesso tempo, rallenta lo sviluppo delle energie pulite. Le proiezioni indicano infatti che le installazioni di rinnovabili in Italia nel 2025 saranno inferiori a quelle del 2024, un ritmo quasi dimezzato rispetto a quello necessario per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030.

La coalizione ‘100% Rinnovabili Network’ ha quindi ribadito che l’affermazione del governo su presunti costi inferiori in uno scenario con il nucleare è falsa e priva di fondamento. Si tratta di una posizione ideologica non supportata da analisi tecniche o dati concreti. Invece di avviare un dibattito serio, che includa anche i rischi per la sicurezza, si continua a promuovere una tecnologia antieconomica e pericolosa, frenando gli investimenti che potrebbero realmente ridurre le emissioni e le bollette.

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