TEHERAN – Prime conseguenze, forti, alla decisione del presidente degli stati uniti Donald Trump di tirarsi fuori dal patto nucleare. Era ampiamente pronosticabile la rabbia degli iraniani, espressa attraverso i suoi deputati che in aula hanno dato fuoco a bandiere di carta degli Stati Uniti e ad un pezzo dell’accordo sul nucleare. “Un atto di bullismo” ha dichiarato il presidente del parlamento Ali Larijan. Una ‘patata’ bollente che ora passe nelle mani dei paesi europei coinvolti nel patto, che avranno il compito di mantenere l’equilibrio e risolvere la questione. Difficile, sicuramente, anche perché le affermazioni dalla Casa Bianca “Abbiamo le prove che Teheran ha mentito sul programma nucleare” non lasciano buoni presentimenti.
Bandiere in fiamme e il grido ‘morte all’America’
Non avrà certo fatto piacere ad una nazione patriottica come gli Usa vedere questa mattina la propria bandiera in fiamme. Certo il ritiro dell’accordo nucleare non è piaciuto agli iraniani che lo hanno dimostrato con un gesto forte. In fiamme anche una parte del patto, il tutto accompagnato dal solito grido ‘morte all’america’. Un inno che spesso abbiamo sentito nel parlamento iraniano dalla rivoluzione del 1979 ad oggi.
“Un atto di bullismo, l’Ue dimostri il suo peso sull’accordo nucleare”
Il clima è teso e adesso toccherà all’Unione Europea cercare di risolvere il rebus. Lo ha spiegato anche il presidente del parlamento iraniano Ali Larijani: “L’Ue e gli altri partner dell’accordo nucleare sono ora responsabili di salvare l’accordo. Questa è una finestra attraverso la quale l’Ue può dimostrare se ha abbastanza peso per risolvere problemi internazionali o no”, ha sottolineato. Larijani ha poi aggiunto: “Un atto di bullismo, gli Usa riceveranno dall’Iran una risposta che rimpiangeranno”. “Teheran non abbandonerà l’accordo sul nucleare, un patto che l’America non ha mai rispettato”, ha invece dichiarato il presidente iraniano Hassan Rohani.