NAPOLI – Tra le prime a lasciare il Movimento 5 Stelle in dissenso con la linea politica, la senatrice napoletana Paola Nugnes, nell’analisi su ciò che sta succedendo all’interno del suo ex partito, non fa sconti a nessuno. Del resto se non è riuscita a digerire alcune posizioni quando i pentastellati governavano con la Lega, tutto quello che è successo dopo con il governo giallorosso e ora con quello Draghi, hanno solo confermato quello che temeva: del M5S ideato da Gianroberto Casaleggio non è rimasto nulla se non il ricordo sbiadito di chi al sogno di fare la rivoluzione ha preferito la certezza della gestione del potere.
Si aspettava la scissione dell’ala dimaiana dal M5S?
Si, me l’aspettavo da tempo, l’unione millantata è sempre stata solo apparente, ma soprattutto Di Maio da tempo riteneva il M5S un peso ingombrante alla propria ambizione politica.
A chi giova di più questa ‘separazione’?
Oramai il M5S non esiste più da tempo. Non so se sia stato manomesso come penso, o se sia bastata la stoltezza, l’autoreferenzialità e l’ambizione di quelli che comandavano. Quello che vedo è che le parti corrono ambedue a mettere a frutto un proprio tesoretto residuo. Di Maio temo che resterà, in un modo o nell’altro, nel panorama politico italiano per molto tempo ancora. Conte, che spera di tornare alle posizioni barricadere degli inizi, mi sembra piuttosto uno che cerchi una verginità oramai persa. Dopo i decreti Salvini sì e i decreti Salvini no, la Diciotti sì e la Diciotti no, il decreto Ucraina sì e il decreto Ucraina no, ha perso tutta la credibilità raccattata in un anno di gestione della pandemia, da rassicurante e mesto presidente del Consiglio.
Lo scontro ormai non più sottaciuto tra Di Maio e Fico, alle prossime Politiche a cosa porterà? In Campania ci sono più fichiani o dimaiani a cui garantire la ricandidatura?
Temo che i fichiani, per loro natura idealisti, abbandoneranno Fico, tranne pochi fedelissimi, mentre i dimaiani, che sono dei pragmatici arrampicatori politici, sosterranno ancora Di Maio, fino almeno alla prossima congiura.
Lei ha lasciato il Movimento in tempi non sospetti per divergenze di vedute proprio sulla linea politica che all’epoca veniva dettata da Di Maio. Ma non ha apprezzato neanche il sostegno al governo Draghi sotto la guida di Conte. Da ex grillina, a chi dei due attribuisce maggiori responsabilità rispetto al declino del Movimento?
A tutti. A chi ha sostenuto la linea trasformista di Di Maio, a chi l’ha subita senza reagire, a chi non ha voluto vedere, né ascoltare chi li avvisava che sarebbe finita così. Hanno disperso un enorme capitale politico, frutto di un lavoro collettivo di quasi due decenni. Hanno distrutto un bene comune.
E che opinione ha della nuova visione politica di Grillo che sembra indirizzata al mantenimento del potere e delle poltrone più che a ‘rivoluzionare’ la politica perseguendo il bene comune?
Non ho mai pensato molto bene di Grillo, tranne quando ci incitava dai palchi, poi ho saputo con testi non suoi. Oggi semplicemente non ne penso nulla.
Se le chiedessero di rientrare nel Movimento, o se a ‘corteggiarla’ fossero i dimaiani, a che condizioni accetterebbe?
Diventare papa.
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