PALERMO – “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. Lo disse Giovanni Falcone in risposta a uno studente che gli chiedeva se la ‘piovra’ avrebbe potuto essere sconfitta. Di fatto, una nuova bufera giudiziaria si è abbattuta su Cosa Nostra. Questioni di sinergie tra inquirenti e collaboratori di giustizia, due nello specifico, che ha portato all’esecuzione di un provvedimento di fermo nei confronti di 7 persone indicate proprio dai pentiti come mafiosi di ultima generazione. Curioso il fatto che tra i fermati ci siano soggetti che portano cognomi ‘pesanti’, di boss che hanno fatto la storia criminale della Sicilia e del Paese. E che questi avessero in qualche modo ricostituito la cosiddetta ‘Commissione’, un altro modo di definire la Cupola mafiosa.
Ricostruito il sistema di affari della nuova Cupola
Tra i destinatari della misura ci sono Leandro Greco, nipote di Michele Greco detto ‘il papa’ (rappresentante mafioso della provincia di Palermo in quanto dirigeva la Commissione provinciale), e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss ergastolano Salvatore. Nuove leve ‘benedette’ dall’anziano della Cupola, il gioielliere Settimo Mineo, finito in cella a 80 anni ai primi di dicembre insieme ad altri 46 presunti affiliati e fiancheggiatori. Gli investigatori hanno ricostruito un sistema di affari, guadagni e accordi dove la parola chiave era sempre mediazione. In tal modo si innescava un circolo vizioso che vedeva gli stessi imprenditori a cercare i clan. Con la conseguenza di poter osservare come si muove la cosiddetta mafia 2.0, fra tradizione e modernità.
Il 29 maggio 2017 l’assemblea plenaria della cupola. La prima dopo quella che si tenne dopo l’arresto di Riina nel 1993
L’indagine, coordinata dal procuratore capo Francesco Lo Voi, è nata dal pentimento di Francesco Colletti e Filippo Bisconti, pezzi importanti della ricostituita Cupola mafiosa. Furono arrestati il 4 dicembre e il primo ‘crollò’ in carcere alla vigilia di Natale. L’altro una decina di giorni fa. Colletti e Bisconti hanno parlato, hanno raccontato fatti e misfatti. E hanno fatto i nomi di decine di boss confermando che il 29 maggio scorso i capi mandamenti di Palermo si erano riuniti per un’assemblea plenaria. Un evento eccezionale, che non accadeva dal gennaio 1993. Ovvero dallo storico giorno dell’arresto di Totò Riina, “un’icona simbolica – riferiscono gli inquirenti – che, conservando almeno formalmente tutta la sua autorevolezza sugli altri uomini, ha impedito di fatto la convocazione della commissione provinciale palermitana, unico organismo in grado di consentire un’evoluzione organizzativa di Cosa Nostra”.
Alla morte di Totò Riina le cose sono cambiate
Ma poi il 17 novembre del 2017 il padrino è morto e la storia è cambiata. I nuovi boss sono tornati a volere la Cupola e hanno chiedono il ritorno al passato, almeno nella struttura. Il fermo, firmato dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia Amelia Luise, Roberto Tartaglia e Francesco Gualtieri e dall’aggiunto Salvatore De Luca, ha aperto un nuovo squarcio tra i segreti dell’organizzazione criminale. Per la Dda Greco Jr a 28 anni è il reggente del mandamento di Cianculli. Chiamato da tutti ‘Michele’, come il nonno, da cui avrebbe preso lo scettro. Martedì mattina, giorno del blitz, uscendo dagli uffici della squadra mobile scortato dai carabinieri, ha mandato baci ai conoscenti che erano lì per un ultimo saluto.
A 28 anni Greco è già reggente del mandamento di Cianculli
Lo Piccolo invece, 47 anni, scarcerato dopo una condanna per mafia, è considerato essere al vertice del mandamento di Tommaso Natale-San Lorenzo. Sarebbe il promotore di una nuova grande alleanza per il rilancio di Cosa Nostra. Il padre, Salvatore Lo Piccolo, killer negli anni Settanta e Ottanta, si era aggiudicato il titolo di ‘signore del racketì. Tra gli altri fermati il 28enne Carmelo Cacocciola, Erasmo Lo Bello di 62 anni e Pietro Lo Sicco, Giuseppe Serio e Giovanni Sirchia, rispettivamente di 70, 39 e 45. L’accusa è di associazione mafiosa ed estorsione.