NAPOLI – I omicidio a Porta Capuana, confessa il delitto un tunisino di 30 anni. Si è presentato agli uffici della polizia. Con il volto graffiato e l’aria sconvolta, il trentenne ha bussato ripetutamente all’Ufficio Immigrazione di via Galileo Ferraris. “Ho ucciso un uomo” ha confessato pochi minuti più tardi in un italiano incerto. Così ha ammesso l’omicidio di Elosin Ziuani, 27 anni, marocchino, accoltellato tra martedì e
mercoledì notte a Porta Capuana. Agli investigatori ha fornito i primi dettagli: i due si conoscevano, ma una lite — probabilmente scatenata da prese in giro e alcol — è degenerata. Il tunisino ha rotto una bottiglia e ha colpito il rivale al petto. Per la vittima non c’è stato scampo: è morto poco dopo all’ospedale del Mare.
Il trentenne è stato accompagnato negli uffici in via Medina per le formalità di rito. I poliziotti hanno informato il magistrato di turno. Ed è stato accompagnato al carcere di Poggioreale, dove è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il 27enne di origini marocchine era stato accoltellato nel cuore della notte a Porta Capuana, nel centro storico. L’episodio ha scosso profondamente la città, già provata da un’escalation di violenza che vede coinvolte babygang e bande armate legate ai clan. La vittima, un disoccupato irregolare sul territorio nazionale, è deceduta poco dopo all’ospedale del Mare a causa di una profonda ferita al torace. I carabinieri, allertati dal 112, sono giunti rapidamente sul posto, in via Alessandro Poerio, a pochi passi da Porta Capuana, dove l’uomo era stato colpito dopo una lite avvenuta davanti a un centro scommesse.
Le indagini sono state subito avviate dal Nucleo Operativo Napoli Stella, con i rilievi tecnici affidati alla Scientifica. Il corpo della vittima è stato sequestrato per l’autopsia. Gli investigatori stanno visionando le immagini delle numerose telecamere di sorveglianza presenti nella zona e non escludono che il 27enne possa essere stato aggredito da più persone. L’omicidio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza in città. Il prefetto Michele di Bari ha immediatamente ordinato il rafforzamento dei controlli.