Omicidio e rapine ispirati al videogioco Gta, arrestati 6 giovani

Secondo quanto ricostruito, non agivano per arricchirsi con i bottini ma per esercitare il controllo

carcere

MILANO – Calci in testa, frustate a colpi di catena, coltellate. Non è la sequenza di un film d’azione. Ma la descrizione di uno dei tanti raid che sarebbero stati commessi dai 6 ragazzi arrestati dalla polizia di Monza per tentato omicidio e rapina. Tutti maggiorenni da poco, si ispiravano al gioco online ‘Gta’, acronimo di Grand theft auto, videogame sviluppato negli Stati Uniti e seguitissimo dagli adolescenti anche in Italia. Nonostante il divieto ai minori di 18 anni.

I ragazzi si ispiravano al videogioco Gta

I contenuti violenti, spesso estremi, sono infatti adatti solo a un pubblico adulto. Le regole sono semplici e per immedesimarsi basta premere ‘start’: il protagonista come prima cosa ruba un’automobile. E poi, per resistere ai rivali e fuggire alla prigione, deve gestire una gang e contendersi la città.

“Tu rubi le macchine, fai le rapine.. a farlo sulla play mi vien voglia di prendere uscire e farle, capito”, ha detto un indagato a un amico senza sapere di essere intercettato, “non sono uno da X-box io, lo sai, le facevo in giro le cose. Sulla play m’annoiano”.

Le vittime erano spesso coetanei

I 6 giovanissimi, residenti a Monza e nell’hinterland, farebbero parte dello stesso gruppo, composto sia da maggiorenni che minorenni, noto in città come la ‘compagnia del Centro’ o ‘compagnia del Ponte’. Avrebbero commesso almeno dieci rapine, tutte aggravate dall’uso delle armi, oltre a una serie di furti, episodi di minacce, lesioni e spaccio di droga. Le vittime erano quasi sempre coetanei e il branco sfruttava la sua forza intimidatrice. Nel mirino della banda è finito anche un senza tetto.

L’obiettivo era imporre il controllo sulla zona

Secondo quanto ricostruito, non agivano per arricchirsi con i bottini, banconote, smartphone o orologi che qualche volta strappavano alla povera preda. Entrava in azione, hanno spiegato gli investigatori, anche solo per imporre il proprio controllo sulla cittadina brianzola. E senza rubare alcunché, spesso con frasi come “questa è la nostra zona”. Esattamente come nel videogioco, dove la sopravvivenza è legata a organizzare e partecipare a ‘missioni’ crudeli.

(LaPresse/di Ester Castano)

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