NAPOLI – E’ accaduto ancora e, purtroppo, sempre a Napoli. A due settimane dai ‘fatti’ di piazza Nazionale dove, nel corso di un agguato, è stata colpita una bimba di soli 4 anni che, solo da poco, è stata giudicata fuori pericolo, c’è stata una nuova sparatoria. Addirittura in un ospedale e, solo per caso, non ci è scappato il morto. Giorni da inverno sociale e non è questione di stagioni, mezze o intere. Certe tragedie, lo dicono i fatti, non insegnano, non sensibilizzano. Si spara e si rischia di morire. Ancora. Che poi sia accaduto sulle scale dell’ospedale Pellegrini della Pignasecca diventa simbolico. Nell’annus horribilis per la sicurezza del personale sanitario viaggia per il 2019 sui 35 casi accertati e ora anche le pallottole.
L’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate del dottor Manuel Ruggiero interviene sulla questione “Visti i fatti del Pellegrini, saremmo curiosi di sapere cosa ne pensano coloro che all’epoca (primavera 2018) attaccarono il Presidente dell’Ordine dei medici di Napoli Silvestro Scotti quando disse che ‘per gli operatori sanitari Napoli è come Raqqa’. Siamo noi che stiamo vivendo questa guerriglia con tanto di bollettini di aggressioni quasi quotidiani. Sparare negli ospedali è qualcosa di sub umano. Abbiamo davvero toccato il fondo”. Anche Pasquale Scherillo, fratello di Dario, vittima innocente della camorra, interviene sulla questione e commenta: “Non ci sono parole per descrivere quello che è accaduto, è una cosa gravissima, avvenuta poi in un luogo importante come un pronto soccorso”.
Il tutto, per giunta, a una manciata di ore dall’ultima riunione del comitato Ordine e Sicurezza presieduto a Napoli giovedì dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha parlato di nuove misure da adottare (un ‘Modello Napoli’) e di un imminente decreto sicurezza che sarà proposto lunedì in Consiglio dei ministri, la cui strada appare tutt’altro che in discesa come si evince dalle stesse parole del vicepremier.
“Non mi irritano le accuse, gli insulti e le minacce che mi arrivano, ma mi arrabbierei se per motivi elettorali qualcuno lunedì in Consiglio dei ministri dicesse no a un decreto Sicurezza che si occupa di spacciatori, delinquenti e anche di sicurezza”. Già, perché pare che non ci sia una stessa direzione, neppure nella maggioranza. “Lunedì vado in Cdm e mi aspetto per correttezza e buon senso che si approvi questo testo – ha aggiunto – Lavoravo sul decreto Sicurezza, giovedì ero a Napoli, dove magistratura e forze dell’ordine fanno benissimo, ma il problema è che ci sono 12mila delinquenti che non sono ancora in galera”.
L’attesa per il Consiglio sale, dunque, e ancor di più la tensione tra Luigi Di Maio e il leader della Lega, chiamati a un chiarimento, che di ora in ora acquista una carica quasi esplosiva. Una riunione annunciata che dovrebbe svolgersi nella serata di lunedì “forse”, fanno sapere fonti di governo. “Ormai la guerra tra le bande criminali ha alzato il tiro e non guarda più in faccia a niente e nessuno”. Così l’ex procuratore Franco Roberti. L’Anaao-Assomed commenta così: “Una volta di fronte al simbolo della Croce Rossa, anche in zone di guerra, non si sparava. Oggi si entra armati in Pronto Soccorso e si spara ad altezza d’uomo. L’agguato di questa notte all’Ospedale Pellegrini del Centro Storico di Napoli è avvenuto con colpi di arma da fuoco, colpendo di striscio i due minorenni che accompagnavano il ferito precedentemente colpito agli arti per strada, e sparando ad altezza d’uomo verso la porta che dava acceso all’ingresso del pronto soccorso”.
“Scene da film – aggiunge il sindacato dei camici bianchi – che avrebbero potuto provocare una strage, e che purtroppo mostrano la grave precarietà del ‘sistema sicurezza’ all’interno degli ospedali e sugli operatori 118 sul territorio”. Sulla vicenda del Pellegrini, si è pronunciato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e segretario della Commissione anticamorra Vincenzo Viglione. “Neppure il tempo di tirare un sospiro di sollievo per le condizioni della piccola Noemi, che le strade di Napoli sono tornate a macchiarsi di sangue. Vanificando le fiaccolate, i presidi e l’indignazione pubblica di un popolo che si era ritrovato compatto a denunciare un’eterna mattanza che non smette di mietere vittime, anche innocenti. Stavolta teatro di una sparatoria è stato addirittura il cortile di un ospedale. Solo per caso non ci è scappato l’ennesimo morto ammazzato. E, solo per caso, nella traiettoria dei proiettili non ci è finita un’altra vittima innocente”.
Alla fine sta tutto qui. Da una parte c’è una porzione di società civile che si indigna, che decide di far sentire la sua voce con manifestazioni e fiaccolate. Dall’altra, una porzione più consistente, che sprofonda latentemente nel limbo agnostico del neneismo. “Finché si sparano tra di loro”. Non funziona così. E finché ci sarà anche solo una persona che preferirà tenere gli occhi bassi e tacere su quello che ha visto, di innocenti uccisi, di morti senza colpa, di bimbi che lottano per sopravvivere come la piccola Noemi, ce ne saranno ancora. Napoli e di tutti, ma non tutti la meritano.