Ordigno contro la chiesa di don Patriciello

Il prete anticamorra: “Quando si alza la voce si dà fastidio, vogliono zittirci”

CAIVANO – Un ordigno per augurare buon compleanno al destinatario. Arriva anche a questo la criminalità organizzata operante nell’area nord di Napoli, dove da inizio anno si respira sempre più un clima di terrore, un clima che ricorda molto da vicino gli anni delle stragi in Sicilia, uno scenario drammatico che cade nell’anno del trentennale del doppio attentato ai magistrati che hanno pagato con la vita la battaglia contro Cosa Nostra. Un’inquietante coincidenza che riporta la Campania al centro delle tensioni criminali nazionali. La camorra alza il tiro: nella notte tra venerdì e ieri un’esplosione ha travolto l’ingresso della parrocchia San Paolo Apostolo, la seconda ‘casa’ di don Maurizio Patriciello, il parroco che da anni si batte contro la criminalità, in ogni sua manifestazione e a tutte le latitudini. Dalla malavita che inquina l’ambiente ai gangster che fanno morti ammazzati. Erano le 3,50 quando i carabinieri della tenenza locale sono intervenuti nel Parco Verde. Eseguiti i rilievi sul posto, gli investigatori hanno avviato il motore delle indagini assieme ai colleghi della compagnia di Casoria. L’obiettivo è individuare i responsabili in tempi record. Padre Maurizio Patriciello si sarebbe svegliato dopo qualche ora, in concomitanza con l’alba, come è abituato a fare da decenni. Venerdì era il giorno del suo 67esimo compleanno, e già attorno alle 9 di ieri aveva affidato ai social network i ringraziamenti a quanti l’avevano omaggiato con un pensiero. Poi la notizia che nessuno vorrebbe mai apprendere. Quindi il cammino da Frattaminore, dove vive, alle palazzine popolari di Caivano, dove agli occhi della gente per bene è un simbolo di speranza e futuro. E la realtà, cruda e crudele, troppo difficile da accettare, che lo ha travolto con la stessa forza dell’ordigno che ha danneggiato il cancello della sua parrocchia. “Intimidito? Sono dispiaciuto, questo sì – ha dichiarato il parroco – Dispiaciuto tantissimo, ma per coloro che hanno intrapreso queste strade di morte, di sofferenza, di inciviltà e di prepotenza”. Chi ha ordinato un attentato alla chiesa di don Patriciello? Chi ha eseguito il diktat di paura, e soprattutto perché? “Non abbiamo ancora compreso da dove possa arrivare questo gesto – ha ammesso il sacerdote – Non riusciamo a capire se sia da quelli del Parco Verde, o magari da quell’altra lotta che stanno combattendo ad Arzano, visto che noi ci stiamo impegnando con il nostro Comitato di Liberazione dalla Camorra dell’area nord di Napoli dopo i manifesti funebri per il comandante della polizia locale Biagio Chiariello. Oppure la mano potrebbe arrivare da Frattaminore, Io abito ancora lì e in queste ultime settimane ci sono state cinque ‘stese’ e l’esplosione di quattro bombe”. Anche gli investigatori seguono queste piste. Di sicuro, da quanto accaduto l’altra notte, si evince che la presenza di Maurizio Patriciello al Parco Verde non sia vista di buon occhio da tutti. A qualcuno dà fastidio il parroco anticamorra. “Cercano di dire di farci i fatti nostri perché quando tutto tace è sempre un bene, quando si alza la voce, e anche con il nostro Comitato lo stiamo facendo, si dà fastidio, c’è poco da fare. Quindi con queste antiche modalità si cerca di intimorire. Io lo so molto bene che, se qualcuno mi vuole fare del male, se hanno deciso di farmi male, potranno anche farlo. Potranno uccidere anche il corpo, ma la profondità del tuo sentire, della tua fede, della tua sete di giustizia e dell’amore verso gli ultimi non la toglieranno mai”, ha concluso il parroco. L’ordigno contro la chiesa San Paolo Apostolo ha generato indignazione e rabbia. Il Comitato di Liberazione dalla Camorra dell’area nord, fondato di recente in risposta alla faida scoppiata a Frattaminore, ha organizzato per questa mattina una manifestazione di solidarietà nei confronti di don Patriciello. L’appuntamento è alle 10 all’esterno della ‘sua’ chiesa, un avamposto di legalità nel cuore della più grande piazza di spaccio h24 della regione. “Siamo tutti preoccupati – confessano dal Comitato – Da quando abbiamo alzato la voce in questa area nord di Napoli, dando vita al comitato di liberazione dalla camorra che è nato proprio in questa chiesa, lo Stato sta dando risposte concrete nella battaglia per la legalità. Non è la prima volta che minacciano padre Maurizio. Anche il comandante della polizia municipale di Arzano, Biagio Chiariello, fa parte del nostro comitato, anche lui, ma per le indagini che conduce nel suo Comune, è stato minacciato di morte e oggi vive sotto protezione dello Stato. Sapevamo che accendendo i riflettori avremmo indebolito la camorra e la camorra cerca di reagire con le minacce. Noi siamo di più e andremo avanti in questa battaglia di liberazione dei nostri territori dalla malavita organizzata. Non ci fermeranno insulti e minacce. Siamo tutti padre Maurizio Patriciello”.

Capo dei vigili sotto scorta, polveriera area nord

Un capo dei vigili urbani minacciato di morte (e obbligato a vivere sotto scorta) per aver svolto il suo dovere, un ordigno che esplode contro la parrocchia di un sacerdote che da anni si batte contro la criminalità organizzata. Tutto in cinque giorni, forse una delle settimane più buie dell’intera storia dell’area nord. Ma cosa sta succedendo in provincia di Napoli? L’hinterland è una polveriera. Le origini del male sono da ricercare nella faida scoppiata in autunno nel rione 167 di Arzano, quando il gruppo guidato dal boss Giuseppe Monfregolo è entrato in rotta di collisione con il clan capeggiato da Pasquale Cristiano, detto Pickstick, quello del giro a bordo di una Ferrari nel giorno della comunione del figlio. I Cristiano, colpiti a morte con l’uccisione di Salvatore Petrillo, nell’agguato al Bar Roxy di fine novembre in cui rimasero feriti degli innocenti, hanno poi riparato a Frattaminore dove, complice l’ospitalità criminale dei Mormile (parenti dei Cristiano), hanno subito provato a farsi spazio negli affari che contano: estorsione e stupefacenti. Una minaccia che i clan storici, Pezzella e Ullero (legati ai Moccia di Afragola) non hanno affatto gradito. Da allora si vive in un campo di battaglia. Spari in pieno centro, tra la folla, anche all’esterno di una chiesa, incursioni armate che si spingono fin dentro le palazzine popolari di via Rossini, a Frattamaggiore, di sera, mentre i bambini si divertono a dare calci a un pallone, e bombe fatte esplodere contro attività e abitazioni di questo e quel ras. E poi c’è il regolamento di conti culminato nell’uccisione, dieci giorni fa, del ‘titolare’ di una piazza di spaccio di Casoria. Una guerra di logoramento che sta mettendo a dura prova la tenuta mentale dei cittadini.

Il sindaco di Casal di Principe: “Patriciello ricorda don Diana”

“Don Maurizio Patriciello mi ricorda molto don Peppe Diana. Ora più che mai serve una risposta forte da parte dello Stato”. E’ affranto e indignato Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, raggiunto al telefono per un commento sull’inquietante vicenda avvenuta nella notte al Parco Verde di Caivano. “Lo Stato deve far sentire il suo fiato sul collo alla criminalità – prosegue Natale – Quello che è successo è un episodio molto grave, da condannare fermamente. Unito alle minacce al comandante della polizia municipale di Arzano, Biagio Chiariello, rimarca la situazione insostenibile dell’area nord di Napoli, a pochi chilometri da qui. Ho mandato un messaggio di solidarietà a don Maurizio, che ho avuto modo di conoscere bene, un uomo che con la sua missione è stato grado di portare in Campania il Contratto Istituzionale di Sviluppo ‘Terra dei Fuochi”. L’emergenza criminalità rischia di diffondersi a macchia d’olio anche nel Casertano, un territorio che negli anni ha pagato un dazio troppo caro alla malavita organizzata. “Corriamo questo rischio – ammette il sindaco di Casal di Principe – perché fatti del genere contengono un messaggio intrinseco molto drammatico: ‘Dovete restare a casa’, è come se venisse detto alle vittime”. “E’ evidente – aggiunge Natale – che con il suo impegno don Patriciello abbia isolato i criminali. E’ questo ciò che devono fare le istituzioni”. Sul caso è intervenuto anche il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo: “La Chiesa diocesana di Aversa, colpita per la notizia dello scoppio di un ordigno collocato vicino al cancello d’ingresso della parrocchia San Paolo nel Parco Verde di Caivano, esprime la sua grande preoccupazione per un fatto che, qualunque ne sia l’origine e chiunque ne sia l’esecutore, sembra appartenere a quelle vigliacche forme di minaccia proprie dell’ambiente camorristico. Nel dichiarare anzitutto la più grande e fraterna solidarietà al parroco don Maurizio Patriciello e a tutta la comunità parrocchiale, il vescovo, i sacerdoti e l’intera Diocesi auspicano un rapido ed efficace svolgersi delle indagini da parte della magistratura e delle forze dell’ordine perché si possa fare chiarezza sull’accaduto e si possa ristabilire un clima di fiducia superando l’incertezza e lo sgomento che fatti del genere insinuano nella vita della società civile e degli uomini abituati a coltivare pensieri onesti”. Dello stesso avviso il primo cittadino di Aversa, Alfonso Golia: “La nostra comunità esprime comunità esprime piena solidarietà a patriciello. E’ un atto vile che va condannato. La magistratura faccia il suo corso per assicurare quanto prima i responsabili alla giustizia”. Ferma la condanna dell’amministrazione comunale di Caivano: “Abbiamo imparato a conoscere bene certi codici. Una vile minaccia, un gesto ignobile e criminale nei confronti di chi ha speso una vita in difesa della propria terra. Siamo vicini a Padre Maurizio Patriciello. La camorra ha bisogno di silenziare e di intimidire quando uomini onesti e ligi servitori dello Stato come padre Maurizio e Biagio Chiariello interferiscono con i suoi ‘affari’ e accendono mille riflettori sulla criminalità. Siamo certi che le minacce non spaventano né padre Maurizio né Biagio Chiariello, piuttosto rafforzano il loro impegno per la nostra terra. La camorra non può e non deve vincere ad ogni costo. Non può e non deve prevalere con così tanto potere ogni volta. Occorre un più efficace intervento da parte dello Stato, perché uomini che hanno il coraggio di opporsi, non siano lasciati soli”, il grido d’aiuto dell’Ente guidato dal sindaco Enzo Falco.

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