ROMA (LaPresse) – Le ossa trovate in via Po, sotto il pavimento della nunziatura apostolica a Roma, non appartengono alla moglie dell’ex custode Pino. Ad archiviare l’idea che appartenessero alla donna è la trasmissione ‘Chi l’ha visto’. Secondo alcune fonti vicine a Villa Giorgina, la moglie dell’uomo non sarebbe affatto scomparsa in circostanze misteriose negli anni Sessanta. Anche se a sostegno dell’ipotesi si era parlato di frequenti litigi fra i due, che avrebbero potuto degenerare in un omicidio.
Le indagini della scientifica
Intanto la Scientifica e la squadra del perito nominato dal Vaticano, il direttore di medicina legale di Tor Vergata Gianni Arcudi, sono al lavoro sulle ossa. Lo ha confermato il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, in procura per la seconda volta in una settimana con il legale della famiglia, Laura Sgrò. Ha incontrato i magistrati che si occupano della vicenda, guidati dal procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone: “Gli esami sono iniziati oggi”, ha chiarito, dopo aver parlato con i pm.
Dna, si attende l’esito della compatibilità
Pietro Orlandi attende l’esito della compatibilità del dna estratto dai resti con quello della sorella, scomparsa 35 anni fa dal centro della Capitale. Per averli, si dovrà attendere tra gli otto e i dieci giorni. “Vogliamo capire chi per primo ha associato questa vicenda a quella di mia sorella. Anche su questo attendiamo risposte dagli inquirenti”, ha aggiunto.
Scheletro quasi intatto e frammenti ossei
I resti sono stati ritrovati la scorsa settimana nella dependance dell’ambasciata del Vaticano in Italia da alcuni operai che stavano lavorando alla ristrutturazione dell’edificio. Si tratta di uno scheletro quasi intatto e di un mucchietto di frammenti ossei ritrovati in un altro punto poco lontano. Da un primo esame visivo, è risultato che dovrebbero appartenere a due persone differenti e che, dalla forma del bacino, lo scheletro dovrebbe essere quello di una donna.
Lo scetticismo della Santa Sede
La Santa Sede – che non ha mai aperto un fascicolo sulla sparizione della cittadina vaticana Orlandi – sembra scettica sulla possibilità che le ossa possano appartenere alle adolescenti scomparse nel 1983, a poco più di un mese di distanza l’una dall’altra, e ha collaborato immediatamente con la giustizia italiana. Se collegare i ritrovamenti a Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sia stata solo una suggestione investigativa, dovranno spiegarlo gli inquirenti.
di Maria Elena Ribezzo