ROMA – Si sta sbrogliando a poco a poco la matassa sulle ossa umane ritrovate lunedì scorso nella sede della Nunziatura apostolica, a Roma. I risultati sulla comparazione del dna rispetto a quelli di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori – in possesso degli investigatori – non sono ancora arrivati. Ma dalle indagini sui resti stanno emergendo particolari significativi, che non fanno altro che aumentare attesa e angoscia in vista di una risoluzione finale del caso.
Una donna di corporatura minuta, forse di un’adolescente di età compresa tra i 12 e i 16 anni. I riscontri sulle ossa e il pensiero che va ad Emanuela Orlandi e Mirella Gregori
Quelle ossa sono di una donna. Su questo, gli investigatori non hanno più dubbi. Ma in queste ore il quadro sta assumendo contorni più nitidi. Gli ultimi elementi in possesso di chi è incaricato delle indagini parlano di una persona di sesso femminile e di corporatura minuta. Secondo quanto filtra dalle forze dell’ordine, quei resti potrebbero appartenere a un’adolescente. Inquadrabile in una fascia d’età che va dai 12 ai 16 anni. Solo a leggerlo vengono i brividi. Perché Emanuela e Mirella, quando scomparvero – a distanza di 40 giorni nell’estate del 1983 – avevano 15 anni. E la seconda abitava a un tiro di schioppo dal palazzo di proprietà del Vaticano in via Po dove sono state ritrovate le ossa, come ha recentemente confermato la sorella.
L’ipotesi da non scartare della moglie (scomparsa) dell’allora custode nel palazzo della Nunziatura apostolica
Si tratta ancora di ipotesi, forse suggestioni. Ma i pezzi che compongono questo puzzle e che stanno saltando fuori in questi giorni probabilmente lo autorizzano. Nessuna pista viene esclusa. Nemmeno quella che i resti possano appartenere alla moglie dell’allora custode del palazzo della Nunziatura. La donna scomparve negli anni ’60 e da allora se ne persero le tracce. Secondo le testimonianze e le indagini, era anch’ella di corporatura minuta e abitava proprio in quelle stanze. Impossibile, quindi, scartare a priori la possibilità che i resti siano i suoi. Tutto ruota intorno alla comparazione del dna delle due ragazze scomparse nel 1983. Se l’esito dovesse essere negativo, bisognerà si scaverà seguendo altre piste. Ma fino a quel momento, i volti di Emanuela e Mirella campeggeranno costantemente nella mente dei loro cari.