Pa, Dadone: “Il mio obiettivo è prorogare le graduatorie”

Le dichiarazioni della ministra della Pubblica amministrazione

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

MILANO “Il mio obiettivo è prorogare le graduatorie. E farlo nella massima coerenza normativa e organizzativa. Abbiamo ereditato una scadenza davvero imminente, quella del 30 settembre 2019, senza poter intervenire con la dovuta tempestività. Anche a causa della delicata fase di definizione del disegno di legge di Bilancio. Il confronto parlamentare è la nostra stella polare, così come lo è per il presidente Conte. Per questo non ho intenzione di imporre alcun diktat ai colleghi che siedono al Senato e alla Camera”. Lo scrive su Facebook la ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone.

La linea del ministro Dadone

“Vogliamo con convinzione una soluzione che sia la più condivisa possibile, perché non si tratta di politica o di ideologie. Ma di persone e del servizio che possono svolgere per questo Paese. Ecco perché puntiamo a una norma da inserire in un decreto in conversione, in modo che sia legge tra pochissime settimane e permetta di offrire anche una prima e concreta risposta al rischioso svuotamento delle amministrazioni legato a quota 100”, aggiunge.

La proroga delle graduatorie

“Nei giorni scorsi, infatti, ho ascoltato gli idonei, le loro giuste considerazioni e le loro comprensibili ansie. E al tempo stesso ho pensato all’impegno, cui sono stata chiamata, di offrire ai tanti ragazzi che ci vogliono provare una Pa che non sia un mero parcheggio, ma un trampolino, non un ripiego, ma una grande occasione di affermazione e crescita professionale per sé e per il bene di tutti. Una amministrazione pubblica che sia in primo luogo a servizio di famiglie e imprese”, prosegue ancora la ministra.

Una fase anomala e transitoria

“Dopo aver prorogato le graduatorie nell’ultima legge di bilancio, auspicandone un ricorso massivo da parte delle amministrazioni, protendiamo verso una proroga ulteriore, ma ultima e definitiva – sottolinea -. Deve essere chiaro che dobbiamo uscire da una fase anomala e transitoria, durata fin troppo a lungo, per poter ristabilire in maniera coerente un ritmo fisiologico di concorsi e reclutamenti, che abbia come primo obiettivo quello di rinvigorire la Pa e rafforzarne le capacità performanti grazie anche allo sviluppo tecnologico e a profili sempre più innovativi”.

(LaPresse)

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