Pace Italia-Francia solo a metà: dai Gilet Gialli al No-Tav, le ferite sanguinano ancora

Giuseppe Conte e Emmanuel Macron
LAPRESSE / AFP PHOTO / LUDOVIC MARIN

ROMA – Pace fatta tra Roma e Parigi? Solo a metà. Perché se è vero che la crisi istituzionale tra l’Italia e la Francia è rientrata, restano aperte le ferite e soprattutto restano i futuri terreni di scontro tra i due paese. Per siglare la ‘non belligeranza’ tra i due paese c’è stato bisogno dell’intervento del Presidente Sergio Mattarella in persona, mentre le scuse di Di Maio e Conte non sono mai arrivate. E questo, nei rapporti internazionale, pesa come un macigno.

Gilet Gialli e la figuraccia di Di Maio

Non si tratta di essere dalla parte di Emanuel Macron, che simpatico non è e con cui andar d’accordo è difficile. Si tratta di avere buon senso e conoscenza di come va il mondo dei rapporti istituzionali. E Luigi Di Maio, buon senso, non ne ha avuto. Il tentativo di partnership tra il Movimento 5 Stelle e alcuni leader dei gilet gialli avanzato dal vicepremier pentastellato è un precedente storico assai grave.

Non si è mai visto un membro di un governo parteggiare per un movimento come i gilet gialli che, tra i suoi leader, annovera chi mira a rovesciare con la forza un governo democraticamente eletto. Come se non bastasse, dopo che le posizioni di tali elementi sono arrivati alla ribalta della cronaca, le prese di distanza di Di Maio, oltre che precipitose e nervose, non sono certo servite a ricucire uno strappo ormai pienamente consumato. Mattarella o meno, finché il governo Conte resterà in piedi sarà difficile immaginare serenità nei rapporti Italia-Francia.

Tav sì, Tav no: futuro terreno di scontro Italia-Francia

Se volgiamo lo sguardo al futuro, invece, la questione Tav Torino-Lione potrebbe essere il secondo round di uno scontro mai assopito. Se l’Italia dovesse realmente intraprendere la strada del No all’alta velocità tra Francia e Piemonte, si dovrà prendere atto di un altro terreno di scontro tra i due paesi. La Francia ha già costruito buona parte dell’opera, investendo tanti soldi, ed altri ancora ne perderà per lo stop dai lavori. E quando si tratta di intaccare opere pubbliche ritenute utili e soprattutto quando di intaccano risorse economiche, il sentiero dello scontro è sempre la via maestra.

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