ROMA – È ufficiale: padre Jacques Hamel, trucidato dalla furia jihadista nel 2016, sarà presto beato.
Il 26 luglio, Adel Kermiche e Abdel Malik Petitjean, fondamentalisti islamici, fecero irruzione nella chiesa di Santo Stefano a Saint-Etienne-du-Rouvray, a pochi chilometri da Rouen, nel cuore della Normandia, e sgozzarono il sacerdote 85enne durante la funzione, davanti agli occhi sgranati delle sue sorelle.
Si chiude un’indagine durata due anni e mezzo
Dopo più di due anni e mezzo e 66 udienze, la diocesi di Rouen chiude l’indagine e incassa il via libera all’apertura della causa di beatificazione, sia da parte della Congregazione per la Cause dei Santi che da parte di Papa Francesco. È un’altra deroga che il Pontefice concede alla legge canonica (che impone di attendere almeno cinque anni dalla morte prima di aprire l’iter).
L’iter seguito dal Vaticano per la beatificazione
Una procedura riservata a pochi illustri, prima di lui ci sono stati anche Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. Ad aprile il dossier compilato anche dall’arcivescovo di Rouen, mons. Dominique Lebrun, sarà consegnato in Vaticano, per la fase processuale.
La messa di papa Francesco in ricordo di padre Hamel
Il 14 settembre 2016, in una messa celebrata a Casa Santa Marta, Bergoglio anticipò le sue intenzioni. Ricordò i cristiani incarcerati, uccisi, torturati, perseguitati ancora oggi, disse che tutte le confessioni religiose dovrebbero ammettere che uccidere in nome di Dio è satanico. Poi aggiunse che padre Hamel, sgozzato sulla Croce, assassinato come fosse un criminale, è stato un martire: “E i martiri sono beati”.
(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)