Islamabad (LaPresse/AFP) – La Corte suprema del Pakistan ha assolto Asia Bibi, la madre cristiana che era stata condannata a morte per blasfemia nel 2010. Il caso di Asia Bibi aveva attirato l’attenzione dei gruppi per i diritti umani e addirittura Papa Benedetto XVI nel 2010 aveva chiesto la liberazione, mentre nel 2015 la figlia aveva incontrato il suo successore, Papa Francesco. Le accuse contro Bibi risalivano al 2009, quando lavorava in un campo e le era stato chiesto di andare a prendere dell’acqua. Le donne musulmane con cui si stava lavorando avevano obiettato, dicendo che come non musulmana non era adatta a toccare la ciotola dell’acqua. Le donne andarono allora da un religioso locale e accusarono Bibi di blasfemia contro il profeta Maometto, un reato punibile con la morte.
A luglio la pena era stata sospesa
La Corte suprema del Pakistan ha sospeso oggi temporaneamente la condanna a morte a carico di Asia Bibi. La donna cristiana madre di quattro figli condannata per blasfemia nel 2010. Lo riferisce il suo avvocato, Saif-ul-Malook, spiegando che la sospensione permane in attesa che comincino presso la Corte suprema le udienze sul ricorso contro la condanna. Asia Bibi, bracciante, è diventata nel 2010 la prima donna a essere condannata a morte in Pakistan in base alla controversa legge sulla blasfemia. Nel Paese le condanne per blasfemia sono comuni, e la maggior parte coinvolgono membri di minoranze religiose, ma finora la pena di morte per questo reato non è mai stata applicata. In passato si sono verificati diversi casi di persone uccise dalla folla dopo accuse di blasfemia.