ISLAMABAD – Ci si è messo pure il maltempo a complicare la situazione. Nevica intensamente sul Nanga Parbat, dove da sei giorni sono dispersi Daniele Nardi e Tom Ballard. La neve e la scarsa visibilità stanno bloccando le operazioni di soccorso. Ogni minuto può essere l’ultimo. Ogni secondo può essere fatale. Al cielo sopra il Pakistan, però, sembra non interessare. Le possibilità di ritrovarli vivi, ad oggi, sarebbero molto remote.
Elicotteri costretti a non decollare
Elicotteri costretti a non decollare. Lo conferma il capo del clup alpinismo del Pakistan, Karrar Haidri. “Al momento non è possibile alcuna operazione a causa delle intense nevicate e della scarsa visibilità – riferisce Haidri all’Ansa – E’ previsto maltempo per i prossimi due giorni, sarà difficile per gli elicotteri decollare”. Anche l’ambasciatore italiano Stefano Pontecorvo conferma le difficili condizioni meteorologiche. Già ieri, una serie di incomprensioni ha in pratica fatto perdere un’intera giornata di ricerche. Chi si era offerto volontario, ha poi preferito rinunciare alla vista della parete del Nanga Parbat. Altra tegola: la Askari, agenzia formata che gestisce i voli, ha comunicato che il prezzo del volo, pari a 50mila dollari avrebbe dovuto essere pagato prima del decollo da Skardu. Dall’Italia hanno fornito garanzie, ma lo scambio di comunicazioni ha rallentato le operazioni.
Sei giorni di inferno di ghiaccio
Da domenica scorsa non ci sono stato più contatto telefonico né segnali GPS. Dei due alpinisti nessuna notizia. Il più famoso scalatore del mondo, Reinhold Messner, ha sentenziato così: “Andare lì è un suicidio”. Lui lo fece, nel 1970, assieme al fratello Günther. Soltanto uno tornò a casa, l’altro fu travolto da una valanga.